Commento alle letture del 20 Febbraio 2018 – Mons. Costantino Di Bruno

Il commento alle letture del 20 febbraio 2018 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

SIA SANTIFICATO IL TUO NOME

Senza la retta fede nella Parola del Signore, anche la preghiera si trasforma in falsità, menzogna, inutile invocazione. Diciamo: “Sia santificato il tuo nome”. Come? Vivendo le regole della perfetta santità manifestata da Dio al suo popolo sia nei Comandamenti o Tavole della Legge e sia anche nel “Codice della Santità”, del Libro del Levitico, nei capitoli XVIII, XIX, XX. Per noi del Nuovo Testamento, discepoli di Gesù, c’è un solo modo per santificare il nome del Signore: vivendo tutto il Discorso della Montagna contenuto nei capitoli V, VI, VII del Vangelo secondo Matteo. Se devo santificare il suo nome, di certo la sua Legge è la sola via. Esco dalla Legge, il nome non è santificato. Oggi il nome di Dio non è santificato. Addirittura in suo nome, contro la sua rivelazione e manifestazione, si afferma il contrario di ciò che Lui ha detto, aprendo le porte ad ogni peccato, immoralità, sacrilegio, bestemmia anche contro lo Spirito Santo. È infatti vera bestemmia contro lo Spirito Santo affermare la salvezza senza alcun merito da parte nostra. Una tale presunzione è peccato imperdonabile.

 

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La stessa verità vale anche per le altre due invocazioni o richieste: “Venga il tuo regno e Sia fatta la tua volontà”. Il regno di Dio è luce che produce frutti di luce. Come può un cristiano che vive immerso nelle tenebre proclamarsi regno di Dio? Come può un idolatra, un immorale, uno che cammina di peccato in peccato pensarsi regno di Dio, se il regno di Dio è vittoria sul regno di Satana, che è tenebre e male? Ma anche come si può chiedere al Signore che si faccia la sua volontà, se la sua volontà è la sua Legge, i suoi Comandamenti, i suoi Statuti, il suo Vangelo. Se oggi noi stiamo dichiarando che non c’è necessità di alcuna conversione né di fede nel Vangelo in nome di una misericordia che tutto copre, tutto scusa, tutto perdona, senza né pentimento e non fede, abolendo ogni Parola di Dio, cosa intendiamo: “Sia fatta la tua volontà?”. Di certo non l’obbedienza ad ogni sua Parola. Per noi: “Sia fatta la tua volontà”, ormai ha un solo significato: “Coprici sempre con la tua misericordia, perdona ogni nostro peccato”. Ci dimentichiamo di dire che la misericordia come coperta non esiste in Dio. Esiste la misericordia come nuova creazione, rigenerazione, elevazione, santificazione, conformazione perfetta a Gesù Signore. Dio è misericordioso perché ci concede la grazia di essere suoi figli di adozione e partecipi della sua divina natura nel suo Figlio Cristo Signore. Ma oggi il Vangelo subisce una universale, pesantissima desertificazione. Lo si sta privando di ogni traccia, anche minima, di verità eterna.

Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,  venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.

Se le prime tre richieste cadono per stravolgimento della “Legge della misericordia”, di tutte le altre richieste, l’unica che mantiene il suo valore è la prima e riguarda direttamente il nostro corpo: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Tutte le altre invocazioni sono prive di ogni significato. Mentre la misericordia del Signore copre tutto, del pane si ha bisogno. La fame non è coperta dalla misericordia. Essa è reale. Per il pane si deve pregare. Ma il pane il Padre celeste lo dona a chi abita nella sua casa. La sua casa è il Vangelo, è la Parola di Gesù Signore. La casa di Dio è Cristo Gesù. Si abita in Cristo, si forma con Lui un solo cuore, un solo pensiero, un solo desiderio, si diviene una sola Parola, si costruisce il regno di Dio, il pane è sempre dato. Si rimane fuori di Cristo, si parte per paesi lontani, ci tocca pascere i porci, senza neanche poter mangiare le loro carrube. L’eresia ha reso falso il Padre nostro.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la verità della preghiera.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Mt 6, 7-15
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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