Commento alle letture del 19 Aprile 2018 – Mons. Costantino Di Bruno

Il commento alle letture del 19 Aprile 2018 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

È LA MIA CARNE PER LA VITA DEL MONDO

At 8 ,26-40; Sal 65; Gv 6,44-51

Il Padre è la vita di Gesù. Il Padre vive in Gesù, Gesù vive. Gesù abita nel Padre e dal Padre riceve ogni vita. Tutto per Gesù è il Padre. Niente è Gesù senza il Padre. Se Lui si separasse un solo istante dal Padre, sarebbe senza il Padre che è la sua vita. Il Padre come vive in Gesù, come è vita di Gesù, così nel suo Santo Spirito vuole essere vita di ogni uomo. Perché questa sua volontà si possa compiere Lui ha stabilito una sola via: l’abitazione di Cristo in noi, o meglio la “trasformazione” di Cristo in nostra vita, nostro spirito, nostro corpo, nostra anima. Questa “trasformazione” di Cristo in nostra vita, avviene per mezzo dell’Eucaristia. È questo il vero fine dell’Eucaristia: nutrirci del corpo e del sangue Cristo, perché tutto Cristo “si trasformi” in noi e possa per questa “trasformazione” tutto il Padre vivere in noi.

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Ma come il Padre vive in noi? Allo stesso modo che vive nel Figlio. Manifestando attraverso il dono che il Figlio gli ha fatto di tutto se stesso tutta l’onnipotenza creatrice e rinnovatrice del suo amore e tutta la luce della sua eterna essenza che dona vita ad ogni cosa. Questa volontà e desiderio del Padre, rivelati pienamente da Gesù e pienamente compiuti in Lui, ci attestano quanto stolto è il nostro modo di ricevere l’Eucaristia: come sacramento a se stante. Oggi non si cerca l’Eucaristia separandola da Cristo, dal Padre, dallo Spirito Santo, dalla Parola, da ogni altro dono di grazia e di verità? Si vuole l’Eucaristia quasi come sigillo da apporre ad ogni nostra miseria spirituale. Addirittura anche come coperta per nascondere i nostri peccati. È evidente che qualcosa non funziona. Di sicuro manca Cristo ed è assente il Padre.

Chi deve educare il discepolo alla verità dell’Eucaristia è il ministro di essa. Il ministro educa all’Eucaristia, se educa alla Parola, educa a Cristo Gesù, educa al Padre nello Spirito Santo. Educa a Cristo se educa al suo Vangelo. Poiché oggi dalla mente credente il Vangelo non è più accolto come unica e sola Parola di vita eterna, poiché anche il ministro dell’Eucaristia non è più ministro della Parola, diviene impossibile educare all’Eucaristia. Senza l’educazione al Vangelo non c’è educazione a Cristo, se non c’è educazione a Cristo neanche al Padre vi potrà mai esserci. Al massimo vi potrà essere educazione all’Eucaristia solo per rapporto ad una morale cristiana che ancora rimane almeno come residuo della verità e della luce di Cristo. In quanti anche questa morale ormai si è spenta, in essi non c’è alcun principio né di fede né di morale per il quale si può escludere qualcuno dall’Eucaristia. Se poi addirittura l’Eucaristia non è più neanche la presenza reale, sostanziale, vera del corpo di Cristo e del suo sangue, ma solo un simbolo, si comprende che combattere battaglie per un simbolo a nulla serve.

Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Ognuno parla dell’Eucaristia dalla pienezza del suo cuore. Cristo parla dal cuore del Padre. Il discepolo parla dal cuore di Cristo, se il suo cuore è di Cristo, a Lui è stato dato, consegnandolo alla Parola, al Vangelo. Se il cuore non è stato donato a Cristo, dell’Eucaristia si parlerà sempre dal nostro cuore di peccato. Essendo il cuore di peccato senza Cristo, anche dell’Eucaristia si parlerà senza Cristo. Se il ministro dell’Eucaristia non è vero ministro della Parola, sempre l’Eucaristia sarà ricevuta non secondo verità. Dare l’Eucaristia senza la sua verità non è opera di misericordia, ma vera profanazione e vero sacrilegio. L’Eucaristia va data o nella sua perfetta verità o nella volontà di divenire sua verità. La verità è essenza di Cristo e dell’Eucaristia.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci verità dell’Eucaristia.

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