Commento alle letture del 17 Febbraio 2018 – Mons. Costantino Di Bruno

Il commento alle letture del 17 febbraio 2018 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

NON SONO I SANI CHE HANNO BISOGNO DEL MEDICO

Gesù non guarda con gli occhi della carne. Ma sempre con gli occhi del Padre, connessi con la sapienza e l’intelligenza dello Spirito Santo, perché attraverso ogni sua parola e opera solo la volontà di Dio si compia. Che Gesù viva solo come testimone del Padre, è lui stesso a dichiararlo prima a Pilato e poi dalla croce, quando fa conoscere al mondo che in Lui ogni parola profetica, ogni oracolo, ogni promessa del padre si è compiuta. Se tutto l’Antico Testamento si compie in Cristo, è da Cristo ora che si deve iniziare. Gesù è il nuovo punto di inizio di tutta la creazione. Potremmo così parafrasare il primo versetto della Genesi: “In principio il Padre creò la Croce e il Figlio suo Crocifisso, perché tutti diventassimo a sua immagine e somiglianza, realizzando Lui, la sua morte e la sua risurrezione nella nostra vita”.

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Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?» (Gv 18,33-38). Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito (Gv 19,28-30).

Levi da scribi e farisei è dichiarato malato inguaribile. Passa Gesù e attesta al mondo intero che non ci sono malati inguaribili. Inguaribile è solo colui che non vuole essere guarito. Forte di questa esperienza di guarigione, domani Levi dovrà recarsi presso ogni uomo e testimoniare loro che si può guarire, si può sanare, si può uscire da ogni schiavitù di peccato, ci si può liberare da ogni vizio, anche dalla concupiscenza.

Dopo questo egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e di altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

Chi ha ben compreso il mistero della vocazione di Levi è Paolo. La sua esperienza di peccatore, anche se per zelo, lo costituisce annunziatore del grande mistero della misericordia di Dio, manifestatasi tutta nella sua vita. Dio per Paolo è la misericordia.

Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù. Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen (1Tm 1,12-17).

Ogni discepolo di Gesù è un guarito da Lui, un purificato e lavato nel suo sangue. È uno che ogni giorno deve rimanere immerso nel sangue di Cristo per conservarsi puro. Essendo lui un sanato da Gesù, deve testimoniare ad ogni uomo che la guarigione è possibile. Il Vangelo è verità se è fatto testimonianza personale. Io sono stato sanato.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci testimoni di misericordia.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 5, 27-32
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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