Commento alle letture del 15 Ottobre 2018 – Mons. Costantino Di Bruno

Il commento alle letture del 15 Ottobre 2018 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

ED ECCO, QUI VI È UNO PIÙ GRANDE DI GIONA

Gal 4,22-24.26-27.31-5,1; Sal 112; Lc 11,29-32

Giona fu mandato dal Signore in Ninive per annunziare alla grande città che il giorno della sua distruzione era ormai imminente. Anche gli animali furono costretti al digiuno, al fine di ottenere dal Signore il perdono dei loro peccati. Così la città sarebbe stata risparmiata. Il Signore avrebbe visto la loro conversione e avrebbe perdonato il loro peccato. Cosa che in realtà è avvenuto. Anche per Ninive vale la parola della profezia: “Io non voglio la morte del peccatore ma che si converta e viva”.

Voi dite: “Perché il figlio non sconta l’iniquità del padre?”. Perché il figlio ha agito secondo giustizia e rettitudine, ha osservato tutte le mie leggi e le ha messe in pratica: perciò egli vivrà. Chi pecca morirà; il figlio non sconterà l’iniquità del padre, né il padre l’iniquità del figlio. Sul giusto rimarrà la sua giustizia e sul malvagio la sua malvagità. Ma se il malvagio si allontana da tutti i peccati che ha commesso e osserva tutte le mie leggi e agisce con giustizia e rettitudine, egli vivrà, non morirà. Nessuna delle colpe commesse sarà più ricordata, ma vivrà per la giustizia che ha praticato. Forse che io ho piacere della morte del malvagio – oracolo del Signore – o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva? Ma se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male, imitando tutte le azioni abominevoli che l’empio commette, potrà egli vivere? Tutte le opere giuste da lui fatte saranno dimenticate; a causa della prevaricazione in cui è caduto e del peccato che ha commesso, egli morirà.

Voi dite: “Non è retto il modo di agire del Signore”. Ascolta dunque, casa d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra? Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso. E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà. Eppure la casa d’Israele va dicendo: “Non è retta la via del Signore”. O casa d’Israele, non sono rette le mie vie o piuttosto non sono rette le vostre? Perciò io giudicherò ognuno di voi secondo la sua condotta, o casa d’Israele. Oracolo del Signore Dio. Convertitevi e desistete da tutte le vostre iniquità, e l’iniquità non sarà più causa della vostra rovina. Liberatevi da tutte le iniquità commesse e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Perché volete morire, o casa d’Israele? Io non godo della morte di chi muore. Oracolo del Signore Dio. Convertitevi e vivrete (Cfr. Ez 19,1-32).

Giona disse solo letteralmente sette parole: “Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta”. Sono bastate sette parole perché tutti si convertissero. Giona non ha compiuto nessun segno. Non ha dato nessuna prova del suo essere profeta del Dio Vivente. Gesù invece ha compiuto segni, miracoli, prodigi di ogni genere, ben superiori a quelli operati da Mosè, da Elia, Eliseo, tutti gli altri inviati da Dio in mezzo al suo popolo. Qual è stata la risposta della sua generazione? Non solo totale sordità, ma anche opposizione accanita che giunse fino alla condanna a morte per crocifissione.

Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona.

La sordità dinanzi a Cristo Gesù, il Dio fattosi carne per la salvezza dell’uomo, rivela che il cuore ormai è perduto dietro l’idolatria. È questo il vero mistero dell’iniquità.  Chiusura totale della mente e del cuore a Dio e ai suoi inviati. Del dono rifiutato siamo responsabili. Saremo giudicati nel giorno del giudizio anche per ogni grazia rifiutata.

Madre Purissima, Angeli, Santi, date al popolo di Dio lo Spirito della vera conversione.

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