Commento alle letture del 11 Febbraio 2019 – Mons. Costantino Di Bruno

Il commento alle letture del 11 Febbraio 2019 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Dovunque udivano che egli si trovasse

Gn 1,1-19; Sal 103; Mc 6,53-56

La folla è spinta a cercare ogni persona capace di risolvere i suoi problemi di ordine fisico, materiale, corporeo. È una via suscitata dal Signore perché si giunga alla vera fede. Occorre però che dall’altra parte vi sia colui che sempre agisce nel nome del Signore nel perfetto compimento della sua volontà. Nessuna via di Dio va dichiarata inutile. Se è suscitata da Dio, essa è senz’altro buona. Buono invece non è il suo ministro, il suo profeta, il suo presbitero, il suo apostolo, se non si serve di questa via per dare la vera salvezza. Naaman il Siro non giunse alla fede a causa della sua lebbra? Guarito sulla parola di Eliseo, non decise di adorare solo il Dio d’Israele?

Quando Eliseo, uomo di Dio, seppe che il re d’Israele si era stracciate le vesti, mandò a dire al re: «Perché ti sei stracciato le vesti? Quell’uomo venga da me e saprà che c’è un profeta in Israele». Naamàn arrivò con i suoi cavalli e con il suo carro e si fermò alla porta della casa di Eliseo. Eliseo gli mandò un messaggero per dirgli: «Va’, bàgnati sette volte nel Giordano: il tuo corpo ti ritornerà sano e sarai purificato». Naamàn si sdegnò e se ne andò dicendo: «Ecco, io pensavo: “Certo, verrà fuori e, stando in piedi, invocherà il nome del Signore, suo Dio, agiterà la sua mano verso la parte malata e toglierà la lebbra”. Forse l’Abanà e il Parpar, fiumi di Damasco, non sono migliori di tutte le acque d’Israele? Non potrei bagnarmi in quelli per purificarmi?». Si voltò e se ne partì adirato. Gli si avvicinarono i suoi servi e gli dissero: «Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una gran cosa, non l’avresti forse eseguita? Tanto più ora che ti ha detto: “Bàgnati e sarai purificato”». Egli allora scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola dell’uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato. Tornò con tutto il seguito dall’uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele. Adesso accetta un dono dal tuo servo». Quello disse: «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò». L’altro insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò. Allora Naamàn disse: «Se è no, sia permesso almeno al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dèi, ma solo al Signore. Però il Signore perdoni il tuo servo per questa azione: quando il mio signore entra nel tempio di Rimmon per prostrarsi, si appoggia al mio braccio e anche io mi prostro nel tempio di Rimmon, mentre egli si prostra nel tempio di Rimmon. Il Signore perdoni il tuo servo per questa azione». Egli disse: «Va’ in pace». Partì da lui e fece un bel tratto di strada (2Re 5,8-19).

Come potrà operare un ministro di Dio, perché ogni uomo che accorre a lui per qualsiasi necessità spirituale, materiale, del corpo, dell’anima, possa ascoltare la vera Parola di Cristo Gesù, l’invito alla conversione, il cammino nella storia come vero Corpo di Cristo, lavorando per il Corpo di Cristo, nel corpo di Cristo? A questa domanda non ci sono risposte prefabbricate, preconfezionate, neanche vi sono regole di pastorale da osservare. La via per ogni singola anima la dovrà suggerire lo Spirito Santo. Se il ministro di Gesù cresce lui ogni giorno in grazia, sapienza, verità, giustizia, compassione, misericordia, intima unione e comunione con Cristo, in Cristo, sempre lo Spirito di Cristo gli suggerirà la Parola giusta per parlare al cuore. Altrimenti parlerà dalla sua scienza o dalla sua dottrina, dal suo cuore o dal cuore del mondo, da questa o da quell’altra scuola di pensiero, ma nessuna salvezza sarà compiuta. Il cuore resta vuoto di anelito di salvezza, la mente priva di verità. Il ministro è povero di Spirito Santo. La miseria del nostro apostolato sempre rivela la nostra miseria spirituale.

Compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.

Gesù è pieno di Spirito Santo. Sa come parlare ad ogni cuore. Ad ogni singola persona indica la via della vita. Dopo che si è incontrato Cristo Signore, ognuno è responsabile dinanzi a Dio della sua non fede o non conversione. Tutto gli è stato donato. Dio non ha nulla che potrà dargli. Gli ha parlato per mezzo del Figlio suo pieno di Spirito Santo.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il cristiano parli sempre pieno di Spirito di Dio.

Fonte@MonsDiBruno

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