Commento alle letture del 10 Febbraio 2018 – Mons. Costantino Di Bruno

Il commento alle letture del 10 febbraio 2018 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

NON AVEVANO DA MANGIARE

Gesù nel deserto agisce come un tempo aveva agito il Padre suo con Mosè. Il popolo aveva fame. Per nutrirlo il Signore fece scendere il pane dal cielo. Esso non esce per un giorno, ma per quaranta anni, fino a che il popolo non si nutrì di frumento nella Terra Promessa, dopo aver attraversato il Giordano. Grande è stato il dono di Dio.

Levarono le tende da Elìm e tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin, che si trova tra Elìm e il Sinai, il quindici del secondo mese dopo la loro uscita dalla terra d’Egitto. Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine». Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge. Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che dovranno portare a casa, sarà il doppio di ciò che avranno raccolto ogni altro giorno».

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Mosè e Aronne dissero a tutti gli Israeliti: «Questa sera saprete che il Signore vi ha fatto uscire dalla terra d’Egitto e domani mattina vedrete la gloria del Signore, poiché egli ha inteso le vostre mormorazioni contro di lui. Noi infatti che cosa siamo, perché mormoriate contro di noi?». Mosè disse: «Quando il Signore vi darà alla sera la carne da mangiare e alla mattina il pane a sazietà, sarà perché il Signore ha inteso le mormorazioni con le quali mormorate contro di lui. Noi infatti che cosa siamo? Non contro di noi vanno le vostre mormorazioni, ma contro il Signore». Mosè disse ad Aronne: «Da’ questo comando a tutta la comunità degli Israeliti: “Avvicinatevi alla presenza del Signore, perché egli ha inteso le vostre mormorazioni!”». Ora, mentre Aronne parlava a tutta la comunità degli Israeliti, essi si voltarono verso il deserto: ed ecco, la gloria del Signore si manifestò attraverso la nube. Il Signore disse a Mosè: «Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: “Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio”» (Es 16,1-12).

Gesù è Lui il vero pane disceso dal cielo. Nella moltiplicazione dei pani compie in figura ciò che poi domani farà nel Cenacolo nella realtà del suo corpo e del suo sangue. Cambiano però le modalità. Perché Lui si trasformi in pane di vita occorre che anche l’uomo vi partecipi, secondo due differenti modalità. A Lui si deve offrire il pane e il vino da trasformare in suo corpo e sangue. A Lui occorrono alcuni uomini che si dedichino a nutrire il suo popolo prima di Parola e poi del suo corpo e del suo sangue.

In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.

Sono due modalità essenziali, senza le quali non c’è il dono di Gesù Signore. Senza il dono del pane e del vino da trasformare in corpo e sangue di Cristo non c’è Eucaristia. Si resta affamati per sempre. Ma anche senza il dono a Cristo di questi uomini, che saranno conformati a Lui nel sacramento dell’ordine, nessun pane e nessun vino potrà mai diventare Eucaristia. Una terza modalità è anch’essa necessaria. Con Mosè è stato il Signore a condurre il popolo nel deserto. Ora è l’uomo che deve recarsi nel deserto della casa del Signore, se vuole nutrirsi del pane della vita eterna. Gesù non dona il pane a chi non è nel deserto del suo corpo. Mangia il corpo di Cristo chi è corpo di Cristo per vivere da corpo di Cristo. Chi è fuori del corpo di Cristo o non vuole vivere da corpo di Cristo, non può mangiare il corpo di Cristo. Mancano le necessarie finalità.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci vero corpo di Cristo Gesù.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mc 8, 1-10
Dal Vangelo secondo Marco

In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano».
Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette».
Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli.
Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò.
Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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