Commento al Vangelo di domenica 21 luglio 2019 – don Luciano Labanca

Il brano di questa domenica ci conduce in una scena di vita familiare e amicale: Gesù, vero Dio e vero uomo, ha saputo apprezzare e valorizzare le più autentiche espressioni della relazionalità umana, tra le quali ha un posto di rilievo l’amicizia. Gli studiosi hanno individuato il luogo di questo quadro evangelico nel villaggio di Betània, nella casa di Lazzaro, che insieme alle due sorelle, Marta e Maria, offrono ospitalità al Maestro.

La Scrittura è abitata trasversalmente da un profondo senso di ospitalità, tipico delle culture semitiche e mediterranee, e se ne trova traccia anche nel brano che commentiamo. Nonostante la frenesia della nostra società, la virtù dell’ospitalità non è divenuta fuori moda, ma il Vangelo ci richiama, attraverso la presentazione di questa tenera icona familiare, a ricordare che come cristiani non possiamo non aprire le nostre case, e soprattutto i nostri cuori, ad accogliere l’altro, che è sempre presenza dell’Altro, l’Ospite per eccellenza: “ogni volta che avete fatto queste cose ad uno di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me” (Mt 25,40).

Il centro del brano, tuttavia, è dato dai due atteggiamenti delle sorelle Marta e Maria. Per secoli la spiritualità cristiana ha letto il profilo di queste due donne, rispettivamente come icona della vita attiva (Marta) e della vita contemplativa (Maria), sottolineandone quasi l’opposizione e la superiorità di Maria su Marta. In realtà, l’esperienza di Marta e Maria, lette in una prospettiva evangelica, trovano un senso ancora più profondo. Per comprenderne la portata si deve far riferimento alla parabola del seminatore. Spiegandola ai suoi discepoli, Gesù presenta il terzo e il quarto tipo di terreno, affermando: “Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno” (Mt 13, 23-24). 

Chi sono allora Marta e Maria, se non questi due tipi di ascoltatori della Parola di Dio? Marta, ascolta, ma preoccupata e presa dalle cose del mondo, dal “fare”, più che dall’essere, non permette alla Parola di portare frutto in lei, essendo “dispersa” in altro. Maria, invece, che ha scelto, la “parte buona” (tén meridén aghàten), ascolta la Parola e la accoglie in sè, portando molto frutto. Nella nostra vita, anche noi siamo contemporaneamente un po’ Marta e un po’ Maria: il centro è dato dal nostro rapporto con la Parola del Maestro.

Non possiamo “demonizzare” il fare, per opporlo alla contemplazione, ma dobbiamo chiederci quale sia la qualità del nostro rapporto con Lui. Siamo capaci di mantenere questo contatto vivo con il Maestro, anche quando siamo immersi in tante cose da fare? Ascoltarlo e nutrirci di Lui, è il segreto per non disperdersi in tante cose, finendo per soffocare. Chi pone il Signore e la sua Parola al centro, come fa Maria, conserva l’unità del cuore, che dona la vera felicità e conduce alla vita senza tramonto, dove saremo “una cosa sola” con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.

Sant’Agostino, commentando magistralmente la pagina lucana di questa domenica, affermava: “Del resto tu, Marta, sia detto con tua buona pace, tu, già benedetta per il tuo encomiabile servizio, come ricompensa domandi il riposo. Ora sei immersa in molteplici faccende, vuoi ristorare dei corpi mortali, sia pure di persone sante. Ma dimmi: Quando sarai giunta a quella patria, troverai il pellegrino da accogliere come ospite? Troverai l’affamato cui spezzare il pane? L’assetato al quale porgere da bere? L’ammalato da visitare? Il litigioso da ricondurre alla pace? Il morto da seppellire? Lassù non vi sarà posto per tutto questo. E allora che cosa vi sarà? Ciò che ha scelto Maria: là saremo nutriti, non nutriremo. Perciò sarà completo e perfetto ciò che qui Maria ha scelto: da quella ricca mensa raccoglieva le briciole della parola del Signore. E volete proprio sapere quello che vi sarà lassù? Il Signore stesso afferma dei suoi servi: “In verità vi dico, li farà mettere a tavola e passerà a servirli” (Lc 12, 37)” (Sermo 103, 6).

Fonte – il blog di don Luciano

Letture della
XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Signore, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo.

Dal libro della Gènesi
Gn 18,1-10a

In quei giorni, il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno.
Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto».
Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono.
Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio».
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 14 (15)
R. Chi teme il Signore, abiterà nella sua tenda.

Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,
non sparge calunnie con la sua lingua. R.
 
Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore. R.
 
Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre. R.

Seconda Lettura

Il mistero nascosto da secoli, ora è manifestato ai santi.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 1, 24-28


Fratelli, io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa.
Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi.
A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo.

Parola di Dio

Vangelo

Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10, 38-42

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Parola del Signore

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