Commento al Vangelo del giorno – 25 novembre 2017 – Paolo Curtaz

Il nostro Dio è il Dio dei viventi perché a Mosè, nel roveto, parla dei patriarchi come di persone vive e presenti. Questa semplice e geniale intuizione di Gesù, questa esegesi in presa diretta che rivela, ancora una volta, la straordinaria conoscenza che Gesù ha della Parola, dovrebbe mettere tutti a tacere, soprattutto i sadducei che contestano la teoria della resurrezione professata dai farisei.

Dio è Dio dei morti quando diventa solo comodo riferimento per schierarsi fra fazioni di pensiero. Dio è morto quando manipoliamo la parola per confermare i nostri pregiudizi. Dio è morto e sepolto quando cerchiamo di ingannare l’altro con un ragionamento contorto degno della peggior teologia.

Dio è morto e sepolto quando ci nascondiamo dietro alle teorie invece di convertirci alla novità inattesa e inaudita del Maestro. Non tendiamo tranelli a Dio, accogliamo la verità e la novità della sua Parola come l’abbiamo colta. Che bello poter affermare con Gesù che il nostro è un Dio vivo e che noi siamo immortali in lui!

Paolo Curtaz – qui il commento nel suo blog

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 20, 27-40
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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