Commento al Vangelo del 8 settembre 2017 – Monastero di Bose

La chiesa antica volle ricordare la nascita di Maria l’8 settembre, giorno della dedicazione della basilica di Sant’Anna a Gerusalemme, sorta sul luogo in cui, secondo un’antica tradizione, avevano abitato Gioacchino ed Anna, genitori di Maria.

La tradizione cristiana credendo di rendere omaggio a Maria l’ha talvolta trasfigurata in una creatura sovrumana, straordinaria. Un padre della chiesa disse: De Maria numquam satis, cioè “di Maria non si dirà mai abbastanza”, ma questa esclamazione un po’ enfatica non deve portarci ad affermazioni che neghino la creaturalità di Maria, figlia di Adamo e di Eva come tutti gli uomini. Vorrei ricordare a questo proposito le parole della piccola Teresa di Gesù che scrive: “Non bisognerebbe dire di Maria cose inverosimili o di cui non si ha certezza … bisognerebbe descrivere la Vergine non come inaccessibile, ma come imitabile, bisognerebbe dire che ha praticato le virtù nascoste, che viveva di fede come noi” (Carnet giallo, 21 agosto). E ancora: “I preti non devono mostrarci delle virtù inimitabili! Parlino pure delle prerogative di Maria, ma soprattutto bisogna che sia possibile imitarla. A lei piace di più essere imitata che essere ammirata, e la sua vita è stata tanto semplice! Per quanto sia bella una predica sulla santa Vergine, se ne ha proprio abbastanza, quando ci tocca fare sempre: ‘Ah! Ah!’. Quanto mi piace dirle: ‘Tu hai reso visibile la via stretta del cielo, praticando sempre le virtù più nascoste’” (Carnet giallo, 23 agosto).

La chiesa antica, più vicina alla tradizione biblica, ha custodito la figura di Maria nella sua umanità e ha colto lo straordinario nel quotidiano, nell’essere donna, interamente donna di questa vergine chiamata a diventare madre del Signore. Atanasio di Alessandria, il grande padre della chiesa del IV secolo, la chiama “nostra sorella” (Lettera a Epitteto 4,7), una sorella vicinissima a noi, a cui possiamo guardare per imparare a vivere di fede. Un altro padre della chiesa, Ippolito di Roma, riferisce a Maria le parole del Deuteronomio 33,13a: “Benedetta dal Signore la sua terra!”. “Maria, dice, è stata ‘terra benedetta’ perché in lei il Verbo è disceso come rugiada” (Benedizioni di Mosè 2).

Accogliendo con fede la parola che viene da Dio, Maria può concepire quel Dio che la terra non contiene, e lo concepisce non solo con il cuore, ma nel suo stesso corpo. Dio vuole che sia per lui madre! La grandezza di Maria, ciò che l’ha costituita Theotókos, è il suo sì obbediente nella fede, è l’aver posto tutto il proprio essere a servizio di Dio e della sua misericordia a favore degli uomini. Ma ciascun credente è chiamato a diventare madre di Cristo e a generare in sé Cristo. “A che serve dire che Gesù è venuto nella carne che ha preso da Maria e non mostrare che è venuto anche nella mia carne?”, dice Origene (Om. su Genesi 3,7). E Ambrogio: “Beata te, Maria, che hai creduto. Ma beati anche voi che avete ascoltato e avete creduto. Ogni anima che crede, infatti, concepisce e genera la Parola di Dio e riconosce le sue opere. Sia in ciascuno l’anima di Maria a magnificare il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria a esultare in Dio; e se, secondo la carne, una sola è la Madre di Cristo, secondo la fede, Cristo è frutto di tutte le anime” (Om. su Luca 2,26-27).

Sorella Lisa della comunità monastica di Bose

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Leggi il brano del Vangelo

Mt 1, 1-16. 18-23
Dal Vangelo secondo Matteo

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.
Parola del Signore.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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