Commento al Vangelo del 5 ottobre 2017 – don Mauro Leonardi

“Non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada”: a prima vista questo invito a non fermarsi a salutare alcuno per strada, può sembrare stridente, forse anche scortese visto che in realtà Gesù ci invita ad immergerci nella quotidianità e nella vita di chi incontriamo per essere testimoni della gioia ricevuta nell’incontro con Lui. E invece, ancora una volta, scopriamo la profondità e l’impegno dell’amore che Gesù ci propone di vivere: nell’incontrare il prossimo non dobbiamo essere comete che si accontentano di un saluto lungo un cammino. L’amore cristiano non è un amore che passa. È un amore fedele. È un amore che conosce il tempo per sanare e ferite. È condivisione. È unità nella fedeltà. È un impegno grande. Non è solo un saluto di cortesia dopo il quale possiamo scordarci anche il volto di chi ci è appena passato accanto.

Poesia

Sempre in due.
Per essere me stessa, ho bisogno di te.
Per vivere la mia vita, ho bisogno della tua.
Per raggiungere la mia meta, ho bisogno di te come compagno di viaggio.

Prima io.
Ad andare.
Ad abitare.
A mangiare.
A lavorare.
A guarire.
A prendere.
A dare.
A vivere.
Ad amare.

Prima io.
E poi tu.
Perché i miei passi sono i tuoi passi.
Perché la mia vita è la tua vita.

Come agnello.
Povera.
Piccola.
Inerme.
In mezzo ai lupi.
L’unica mia arma è la pace.
L’unica mia forza è il mio lavoro.
L’unica mia parola, la tua.

Sei vicino.
Sei un regno.
Sei qui, dietro a me.
Dove passo io, arrivi tu.
Che mistero.
Che gioia.
Sono piccola come un agnello.
Ma dietro a me c’è Dio.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio». Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città ».  Lc 10,1-12

don Mauro offre la possibilità di lasciare intenzioni per la Messa della mattina sulla pagina Facebook del suo blog “Come Gesù” ogni giorno alle ore 19.

Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).

A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù

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