Commento al Vangelo del 3 Ottobre 2018 – Monastero di Bose

Siamo alla fine del capitolo 9 del Vangelo di Luca: dopo la trasfigurazione (cf. Lc 9,28-36) e dopo il secondo annuncio della passione (cf. Lc 9,43-45), Gesù sta dirigendosi con i suoi discepoli verso Gerusalemme, verso il compimento della sua vita terrena. Ha reso duro il suo voto (la traduzione italiana dice: “Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme”, Lc 9,42), registra il rifiuto dei samaritani che non gli permettono di attraversare il loro territorio e deve costatare l’incomprensione dei discepoli che, pur dinanzi all’annuncio della passione e morte, si attardano a discutere su chi è il più grande (cf. Lc 9,46-48) e a considerare il diritto o meno di appartenenza al loro gruppo (cf. Lc 9,49-50). Nella pericope odierna Gesù si rivolge ai discepoli, a coloro che camminano con lui: hanno già lasciato tutto o si accingono a farlo. Perché, per che cosa? La domanda riguarda anche quelli che dopo di loro e fino ad oggi scelgono una forma di sequela evangelica caratterizzata dalla provvisorietà, dalla rinuncia, dalla povertà.

Ci sono presentate tre possibilità, tre situazioni anonime che non hanno un volto: un tale, un altro, un altro. C’è chi si autopropone: “Ti seguirò dovunque tu vada”; c’è chi è chiamato: “Seguimi”, ed è trattenuto dal suo passato; c’è chi è ben disposto: “Ti seguirò”, ma non sopporta le rotture, deve congedarsi da quelli di casa sua, mettere probabilmente parole di pace e di conforto. Tre possibilità aggravate tutte da ostacoli. Per la sequela di Gesù non ci si autopropone, si è chiamati. Inoltre, nella chiamata bisogna intravvedere un futuro, una vita che ci è davanti (“tu annuncia il regno di Dio”) e bisogna avere il coraggio di rotture (almeno nella forma esterna), il cui significato è sostanzialmente una rinuncia a giustificarsi, ad appianare le cose, a sistemare tutto. Il confronto del brano di Luca con quello parallelo di Matteo (cf. Mt 8,19-22) fa risaltare che la durezza e l’urgenza di queste parole sono giustificate da una presenza: il regno di Dio e il Figlio dell’uomo, ricordati puntualmente in ciascuna delle tre situazioni del brano lucano. Lo slancio generoso di chi dice: “Ti seguirò dovunque tu vada” poteva essere sostenuto da tante motivazioni presenti nel contesto sociale e politico del tempo di Gesù. La scelta radicale, estrema, non basta, può anche essere ideologica. Forse costui pensava di seguire Gesù verso la gloria, o la rivoluzione, o la fama. Gesù dice cheFiglio dell’uomo non ha un “dove”. Il riferimento al Figlio dell’uomo precisa che l’orizzonte della sequela è quello del giudizio. Luca ha già detto che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati (cf. Lc 5,24), è signore del sabato (cf. Lc 6,5), e che verrà nella gloria (cf. Lc 9,26). Allo stesso modo, la dura risposta di Gesù: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio”, ci pone dinanzi la tensione tra morte e regno di Dio, tra morte e attesa della resurrezione. Luca nel suo vangelo non riporta l’appello che apre la predicazione di Gesù negli altri sinottici: “Il regno di Dio è vicino; convertitevi” (cf. Mc 1,15), ma nella sinagoga di Nazaret legge il testo del profeta Isaia (cf. Is 61,1) e dice: “Oggi si è compiuta questa Scrittura” (Lc 4,21). Solo l’orizzonte di questo compimento (liberazione dei prigionieri della morte, consolazione e misericordia) e la forza della resurrezione del Signore può attrarre e sostenere ogni cristiano e mettere verità nella vita di chi più particolarmente è chiamato alla sequela di Gesù.

sorella Raffaela della comunità monastica di Bose

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Lc 9, 57-62
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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