Commento al Vangelo del 21 ottobre 2017 – p. Tomás Špidlík

Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini

In tempi di persecuzione e a rischio della vita, si deve confessare di essere cristiani o sacerdoti? Gli autori sono d’accordo nel dire che nessuno è obbligato ad esporsi al pericolo, ma che non possiamo rinnegare la fede. E come comportarsi nella vita quotidiana e normale? Non è un buon metodo mettere in evidenza la propria fede nei locali pubblici, oppure parlare a tutti i costi di argomenti religiosi in posti e con persone che non lo sopportano. Fanno così i seguaci di certe sette.
Il modo migliore per confessare Cristo davanti agli uomini rimane quello di dare il buon esempio. La virtù è la migliore confessione.

Chi mi rinnegherà

Pietro, il primo degli apostoli, rinnega Gesù. Quando la serva alla porta di Anna gli dice: “Anche tu sei di loro!” (Lc 22, 58), Pietro risponde: “No, non lo sono!” E dice lo stesso ai soldati. Rinnegare Cristo è un grave peccato, ma si può anche dire che ogni peccato grave rinnega Cristo, anche se non è intenzionale. Ogni rinnegamento di Cristo è anche rinnegamento di se stessi, perché guasta l’immagine di Dio nel cuore. È come se avessimo detto che noi non siamo noi, e rifiutassimo la nostra identità, ciò che siamo profondamente.
I Padri della Chiesa dicono che l’effetto principale del peccato è la corruzione della propria personalità. Dal punto di vista psicologico la descrive bene Dostoevskij nel romanzo “I demoni”. Il rinnegamento turba fino a portare al suicidio. Solo Cristo può pacificare un’esistenza turbata e sconvolta.

Davanti agli angeli di Dio

Gli autori vedono in questa frase l’immagine del Giudizio finale, quando il Figlio dell’uomo apparirà nei cieli in mezzo agli angeli (Mt 24,30). I pittori dipingono spesso questa scena, ed è famoso il dipinto di Beato Angelico, con la separazione e l’unione finale, gli eletti a destra di Cristo che si tengono per mano e ascendono verso l’alto al suono di una dolce melodia. A sinistra i dannati scivolano verso l’abisso, voltandosi le spalle. L’uomo che ha rinnegato Cristo ha rinnegato se stesso e l’unità con gli altri.
Nel romanzo di Dostoevskij “Delitto e castigo”, dopo l’assassinio Raskolnikov cerca di isolarsi. Il suo stesso nome, Raskolnikov, significa qualcuno che si è separato da tutto. Proprio in questa separazione sta la punizione del suo crimine.
Per misericordia di Dio, le pene sulla terra possono servire come medicina per rendersi conto di dove conduce il male e per cercare nuovamente l’unione con Colui che unisce il cielo e la terra.

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Il Vangelo di ogni giorno si aggiunge al Vangelo festivo commentato da p. Marko I. Rupnik e alle Briciole di Parola di Fra Roberto Pasolini.

ALTRI LIBRI DI Tomás Špidlík

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 12, 8-12
Dal Vangelo secondo  Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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