Commento al Vangelo del 20 settembre 2018 – Monastero di Bose

L’episodio del brano evangelico odierno ci introduce in un banchetto di farisei cui è invitato Gesù.

La scena si svolge secondo un incrocio di sguardi che rivelano i pensieri del cuore: una donna entra furtivamente nella stanza cercando unicamente lo sguardo misericordioso di Gesù; il fariseo Simone giudica Gesù perché si lascia toccare da una donna che secondo la legge è peccatrice; Gesù osserva i due e pensa al modo di venire incontro alla debolezza di entrambi, donando, attraverso un insegnamento in parabole, il perdono.

Chi ha veramente bisogno di aiuto?

Simone, il fariseo rispettato di alto livello, la povera donna che probabilmente non ha potuto scegliere altro se non il mestiere di prostituta per sopravvivere, o i restanti commensali testimoni dell’incontro, tra i quali ci possiamo porre anche noi?

Quale sguardo fare nostro? Quello che diventa accoglienza della realtà che sta accadendo, con il suo carico di novità, oppure quello che usiamo per codificare il mondo secondo etichette fisse ripetute sempre uguali?

Uno scritto di Thomas Merton descrive bene il secondo caso:

“Il benpensante…è colui che afferma di credere, che agisce come se credesse, che sembra di essere morale perché ha un corredo di rigidi principi. Vi deruberà, vi assoggetterà, vi assassinerà, e vi addurrà una ragione plausibile di questo suo agire. Ha sempre una ragione, anche se le sue ragioni si annullano a vicenda per una serie di contraddizioni. Questo non importa affatto, non avendo egli bisogno di verità, né di giustizia, né di misericordia e tanto meno di Dio: ha bisogno solo di essere un benpensante”.

La donna è un’intrusa che rischia di rovinare l’aria di serenità del banchetto. Dimostra, infatti, un grande coraggio e la determinazione di chi non ha più nulla da perdere: sicura di essere esaudita, grida il suo dolore attraverso meticolosi gesti di cura e di amore verso Gesù.

Nella parabola che Gesù racconta, la donna è paragonata al debitore al quale è condonata la somma più grande: le sono perdonati i suoi molti peccati perché ha molto amato.

La donna senza nome è restituita alla sua dignità di figlia di Dio. Guardata e amata nel profondo da Gesù, forse entrerà nel gruppo delle discepole che seguono il Signore. Il ricordo della colpa non peserà più su di lei ma diventerà memoria eterna di perdono e di resurrezione.

Il fariseo Simone, d’ora in poi, potrà esprimere i suoi giudizi con il beneficio del dubbio: ”Forse mi sbaglio”. Il non contare più solo su se stesso sarà la sua salvezza. Potrà però scegliere di perseverare nel suo mondo chiuso e asfittico, fonte di false sicurezze; in questo caso, confidiamo nell’infinita pazienza del Signore che sta alla porta del cuore e bussa ancora e di nuovo, perché vuole che nulla vada perduto.

Credere in Dio è credere in suo Figlio Gesù e credere nella forza creatrice dello Spirito Santo che permea le storie personali e dei popoli; è credere nelle possibilità di vita e di conversione proprio dove sembra più impossibile: in una casa di rigidi osservanti religiosi così come sulla strada.

A noi sta il compito di smuoverci dalle abitudini incrostate e cogliere i segni santi del cambiamento che apre al futuro.

sorella Lara della comunità monastica di Bose

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Lc 7, 36-50
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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