Commento al Vangelo del 18 ottobre 2017 – don Silvio Longobardi

“Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò  [apésteilen]  a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi” (10,1). 

Gesù chiama e manda, ci rende apostoli. Il verbo inviare in greco è apostéllo. Gli apostoli dunque sono coloro che vanno perché mandati da qualcuno, coloro che interpretano la propria vita non inseguendo i gusti personali ma in obbedienza alla chiamata che hanno ricevuto. Apostoli sono quelli che, quale che sia il compito che concretamente esercitano, sentono il dovere di far risplendere la Parola di Dio, in opere e parole. È una missione che riguarda tutti e può essere vissuta sempre, in qualunque circostanza o qualunque sia la professione. Siamo apostoli nella misura in cui facciamo della vita un annuncio appassionato, se traduciamo la fede nel servizio più umile, se non perdiamo occasione di seminare la Parola che salva, se la nostra vita non solo parla di Dio ma fa vedere Dio.

L’evangelista Luca non ha conosciuto personalmente Gesù, ma la Provvidenza ha posto sulla sua strada persone che gli hanno comunicato la fede. Dio ha bussato alla sua poeta e lui si è aperto alla grazia. Quel timido sì iniziale era solo il primo di una lunga serie che hanno fatto di lui un fedele collaboratore di Paolo e un ardente apostolo. Ha imparato a comunicare la buona notizia, indispensabile premessa per svolgere il ministero di evangelista. Oggi vogliamo pregare gli uni per gli altri e chiedere la grazia che ciascuno di noi s’impegni con maggiore responsabilità ad essere un ardente apostolo del Vangelo. In modo particolare preghiamo che vescovi e presbiteri vivano il loro ministero secondo la misura di Paolo: “Per conto mio ben volentieri mi prodigherò, anzi consumerò me stesso per le vostre anime” (2Cor 12,15). La disponibilità a donare tutto, anche la vita, è il presupposto per manifestare il Regno. Senza paura di perdere tutto perché “il cristiano, come scrive sant’Ignazio di Antiochia, non è padrone di se stesso, ma è al servizio di Dio” (Lettera a Policarpo).

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 10, 1-9
Dal Vangelo secondo  Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

A cura di don Silvio Longobardi per Punto Famiglia

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