Commento al Vangelo del 13 Maggio 2020 – p. Ermes Ronchi

VAI IN UNA VIGNA E GUARDA LA VITA!

Gv 15,1-8
Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Io sono la vite voi i tralci. Chi rimane in me porta molto frutto.

Straordinario passo di Giovanni: Cristo vite, io tralcio. Io e lui la stessa cosa! Stessa pianta, stessa vita, unica radice, una sola linfa. Lui in me, e io in lui, come figlio nella madre, madre nel figlio.
Facciamo parte della stessa pianta, SIAMO L’ALBERO DI DIO.

Meravigliosa metafora di Dio agricoltore, che si prende cura, si affanna, suda intorno alla pianticella della mia vita. Che adopera tutta la sua intelligenza e la sua arte per farmi fiorire e fruttificare, qui e ora, e poi in eterno nella vigna del cielo.

“Ogni tralcio che porta frutto lo pota”. Potare non significa amputare, bensì dare vita, qualsiasi contadino lo sa: è un regalo! Inaccettabili quelle interpretazioni correnti (quante omelie su questo tema!) che leggono le potature come le sofferenze portate dalla vita, da questa pandemia. Il Dio, giardiniere cosmico, vuole che ogni creatura realizzi al meglio le sue potenzialità, attende grappoli di bontà, di bellezza, di tenerezza.

Gesù è quasi sempre semplice nel suo parlare e non mi chiede astrazioni: vai in una vigna e guarda le viti. Ormai STANNO PER FIORIRE, ancora pochi giorni. Osserva una vigna abbandonata: un’immagine di sofferenza, questa sì! La vite non potata soffre, si aggroviglia su se stessa, si allunga sul terreno in tralci sempre più esili e arruffati, si ammala, dà pochissimi acini minuscoli e aspri, malati, persino le foglie sbiadiscono.
La vite potata invece È RIGOGLIOSA e bella, le foglie sono grandi e di un verde brillante, sta eretta e riesce così a non perdersi neppure un raggio di sole, che convoglia nei suoi grandi grappoli dagli acini gonfi e pieni di succo dolcissimo.

ESPLODE LA VITA, È TRACIMANTE.
Ha potato il superfluo e trovato l’essenziale.
Nessuna vite sofferente porta buon frutto. Prima di tutto DEVO ESSERE SANO IO, GIOIOSO IO.
“Rimanete nel mio amore”. C’è un amore che ci ha raggiunto, ci avvolge, ci penetra. “Rimanete”, non fuggite negli impegni, nel lavoro, nel cellulare. C’è un amore che sale LUNGO I CEPPI DI TUTTE LE VIGNE, un amore che risale lungo la mia vita. E, l’ho visto tante volte, perfino le spine sa far rifiorire.


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AUTORE: p. Ermes Ronchi
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