Commento al Vangelo del 12 Maggio 2020 – p. Ermes Ronchi

PIOVONO ARTIGIANI di PACI PICCOLE

Gv 14,27-31
Vi lascio la mia pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.

“Vi lascio la pace”, questo miracolo fragile continuamente infranto.
Un dono da ricercare pazientemente, da costruire ‘artigianalmente’ (papa Francesco), ciascuno a piantare la sua piccola palma di pace nel deserto, ciascuno con la sua minima oasi di pace dentro le relazioni quotidiane che è chiamato a vivere. Il quasi niente, in apparenza. Ma se alla mia oasi si somma la tua, e poi quella di nostro fratello, se le oasi saranno migliaia e poi milioni, conquisteranno e faranno fiorire il deserto.
Altra strada non c’è.
“Vi do la mia pace, non come fa il mondo”. Gesù non fa ai suoi un augurio, ma una constatazione, al presente; dice che la pace è lasciata, è data, “è” già qui, nelle mani nostre, che oramai SIETE in pace con Dio, con gli uomini, con voi stessi, con il creato.
SCENDE PACE, PIOVE PACE SUI CUORI E SUI GIORNI.

È pace.

Miracolo continuamente tradito, ma continuamente rifatto.
La pace CHE NON SI COMPRA e NON SI VENDE, ma è un dono di Dio che deve diventare nostra conquista, con un artigianato paziente: BEATI I COSTRUTTORI, I MURATORI, I MANOVALI, I CARPENTIERI DELLA PACE.
Non come la dà il mondo, io do la pace… per la logica del mondo la pace è frutto di un equilibrio di paure, parità di forze militari o di testate nucleari, oppure come la vittoria del più forte sopra il più debole. Non gli importa dei diritti dell’altro, anzi pensa a come strappargli via, brano a brano, altri pezzi del suo diritto, e blindare i propri privilegi. Preparando così la miccia di nuove guerre.

Gesù ha detto a Pietro: “metti via la spada”. Dice a noi: mettete via le armi. Ma non come munizione conservate al sicuro per la prossima battaglia.
Mettete via le spese militari. Se l’Italia avesse investito di più in ospedali anziché in aerei da combattimento, quanti morti di meno…

METTETE VIA LE ARMI. Anzi: mettete via, cancellate il concetto stesso di nemico. Si può vincere il male, ma non con un supplemento di male. UCCIDENDO IN NOI L’INIMICIZIA, e non il nemico.


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AUTORE: p. Ermes Ronchi
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