Biblioteca Francescana – Commento al Vangelo del 28 Febbraio 2020 – Mc 9, 14-29

Una delle pratiche della quaresima, accanto alla preghiera e all’elemosina, è il digiuno. La prima lettura di oggi, in accordo col vangelo, ci ricorda che il digiuno gradito a Dio è quello che esprime scelte di rottura con le ingiustizie perpetuate verso il nostro prossimo. Lo sposo della Chiesa, infatti, è colui che riconosce come fatto a sé ciò che abbiamo o non abbiamo fatto agli altri: «ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito»…

Quando tale sposo viene tolto, ossia calpestato, vilipeso e nuovamente crocifisso noi, suoi discepoli, siamo chiamati a fare lutto con il digiuno fisico e del cuore, prendendo distanza dall’egoismo che ci fa scartare i fratelli.

Dal Calendario del Patrono d’Italia 2020 – Ed. Biblioteca Francescana


Quando lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 9, 14-15 In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno». Parola del Signore

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