Benedetto XVI – Commento al Vangelo del 4 Febbraio 2020

La preghiera, una lotta “corpo a corpo” con Dio

Oggi consideriamo la preghiera come un conflitto di fede e di vittoria della perseveranza. In Genesi (cap.32), quella misteriosa lotta -“corpo a corpo”, tra Giacobbe e Dio- annuncia qualcosa che oggi vediamo nella donna con emorragia e in Giairo.

La preghiera richiede fiducia, vicinanza, un “corpo a corpo” simbolico con Dio, così come agì la donna che soffriva di emorragia: “Se riuscirò anche solo a toccare…”. La “lotta” dimostra forza d’animo, perseveranza, tenacità per raggiungere ciò che si desidera d’innanzi a un Dio che benedice, anche se rimane sempre misterioso, come irraggiungibile. Se l’oggetto del desiderio è la relazione con Dio, la sua benedizione e il suo amore, allora la lotta ha il suo culmine nel riconoscere la propria debolezza che vince precisamente quando ci si abbandona nelle mani misericordiose di Dio: “la tua fede ti ha salvato”.

Quando più nessuno mi ascolta, quando non posso più invocare nessuno, quando il problema può annullare ogni speranza –così come era la situazione di Giairo- Dio ancora mi ascolta e mi aiuta.

Il commento è tratto dai testi di Benedetto XVI. A cura di evangeli.net


LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Fanciulla, io ti dico, àlzati!
Dal Vangelo secondo Marco Mc 5, 21-43 In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare. Parola del Signore

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