Benedetto XVI – Commento al Vangelo del 3 Febbraio 2020

Il diavolo è un “numero”

Oggi, Gesù ci smaschera l’ “avversario” di Dio. La bestia, il potere avverso, non ha un nome, ma un numero: “666 è il suo numero”, dice il veggente nell’ “Apocalisse”. In questa occasione presenta a se stesso come una “legione”. È un numero e converte la persona in un numero.

Un segnale? Sebbene il demonio non è “dimostrabile”, chi ha vissuto il mondo dei campi di concentramento sa a cosa equivale: il suo orrore si basa precisamente nel cancellare il volto, cancellando la storia, e così convertire gli uomini in numeri, pezzi ricambiabili di una grande macchinaria. Uno è una funzione, nient’altro. E se solo esistono funzioni, allora l’uomo non è niente di più. Ciò che non è funzione non è nulla. La bestia è numero e trasforma in numero.

-Signore, perché hai un nome e mi dai un nome e mi chiami con il mio nome, io non sono per te solo un numero in un meccanismo cosmico. Sono tuo figlio!

Il commento è tratto dai testi di Benedetto XVI. A cura di evangeli.net


LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Esci, spirito impuro, da quest’uomo!
Dal Vangelo secondo Marco Mc 5, 1-20 In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati. Parola del Signore

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