Benedetto XVI – Commento al Vangelo del 25 Marzo 2020 – Lc 1, 26-38

L’Annunciazione: “E l’angelo partì da lei”

Oggi, nella festa dell’Annunciazione, ponderiamo l’ultima frase del racconto di Luca: “E l’angelo partì da lei.” Il grande momento dell’ incontro con il messaggero di Dio, in cui tutta la vita cambia, passa, e Maria resta sola con un compito che in realtà supera ogni capacità umana.

Non più angeli in giro … Lei deve continuare un viaggio che atraverserà molti punti oscuri, cominciando dalla confusione di Giuseppe davanti alla sua della gravidanza, oltre il momento in cui i parenti dichiarano Gesù “alienato” (cfr Mc 3,21; Gv 10,20), fino alla notte della croce. In queste situazioni, quante volte sarà spesso tornata interiormente Maria al momento in cui l’angelo di Dio gli aveva parlato! Quante volte avrà sentito e meditato quel saluto: “Ave, piena di grazia”, e sulla parola rassicurante: “Non temere”.

L’Angelo se ne va, la missione resta, e con essa matura la vicinanza interiore di Dio, l’intimo veder e toccare la sua vicinanza.

Gesù ancora non nato illumina la vita nel grembo materno

Oggi il Sì di Maria apre la porta a un lungo cammino: quello del Figlio di Dio tra di noi. Questo evento cambia radicalmente l’ esistenza umana: il Signore prende la nostra vita e la eleva all’ordine soprannaturale. “Gesù ancora non nato” illumina la vita della persona anche nel grembo di sua madre, si apre una nuova prospettiva per prendere in considerazione l’ origine e lo sviluppo della vita.

Tenerezza, speranza, pazienza, senza questi tre atteggiamenti non si può rispettare la vita del bimbo che sta per nascere. La tenerezza ci impegna, la speranza ci lancia verso il futuro, la pazienza accompagna la nostra attesa nel noioso passo dei giorni. Quando questi atteggiamenti non sono presenti, allora il bambino diventa un “oggetto”, lontano da suo padre e sua madre, e spesso “qualcosa” che infastidisce, qualcuno intruso nella vita degli adulti.

Dal grembo di sua madre, Gesù accetta tutti i rischi dell’egoismo. Chiediamo a Maria tenerezza, speranza e pazienza per salvaguardare la vita umana.


Il commento è tratto dai testi di Benedetto XVI. A cura di evangeli.net


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