Benedetto XVI – Commento al Vangelo del 13 Marzo 2020 – Lc 15, 1-3.11-32

La cristologia implícita nella “Parabola del figlio prodigo”

Oggi, leggiamo, forse la più bella delle parabole di Gesù. Ha tre protagonisti: i due fratelli (il figlio “prodigo” e l’altro che restò in casa) e il padre buono. Gesù, realmente, in quel momento si trovava di fronte a due “fratelli”: pubblicani e peccatori, da una parte; farisei e colti, dall’altra. Con le Sue parole, Gesú giustificava la Sua bontà e la Sua accoglienza verso i peccatori.

Ancora di più: Gesù identifica la Sua bontà verso i peccatori con la bontà del padre della parabola. Con il Suo atteggiamento, Gesù si trasforma in una rivelazione viva di chi Egli chiama “Padre”. Come ha manifestato Dio il Suo amore misericordioso verso i peccatori? Facendo morire Cristo per noi “quando eravamo ancora peccatori” (Rom5,8). Gesù non appare esplicitamente nel marco narrativo della sua parabola, perché vive identificandosi con il Padre celeste, ricalcando l’attitudine del Padre nella sua propria.

Gesù, attraverso l’immagine del Padre, vedo Te nel centro di questa parabola, come la realizzazione concreta dell’atteggiamento paterno.


Il commento è tratto dai testi di Benedetto XVI. A cura di evangeli.net


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