Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 9 Ottobre 2020

Medita

Gli uomini farebbero qualunque cosa pur di non ammettere i loro sbagli e seguire le indicazioni di un giusto. Qui addirittura accusano Gesù di fare il bene per mezzo del demonio, una contraddizione in termini. La lotta tra il bene e il male è una caratteristica del nostro mondo e della nostra vita, è un combattimento che non finisce mai e quando ci sembra di essere vicini alla vittoria, è proprio allora che siamo più vulnerabili e più facilmente siamo portati a sbagliare.

E, come ci dice Gesù, la condizione dell’uomo può diventare peggiore di prima.
La nostra consapevolezza deve essere quella della nostra inadeguatezza, della nostra incapacità ad amare e la convinzione che solo in Lui troveremo la pace, ma poi cadiamo nell’errore ancora e ancora. A volte ci scoraggiamo perché commettiamo sempre gli stessi peccati, ma questo è quello che siamo: deboli, incapaci di amare come Gesù ci chiede, come Lui ha amato noi.

Rifletti

Quando faccio l’esame di coscienza guardo me o volgo il mio sguardo a Dio?

Prega

Credo, Signore, che sarei capace di compiere una volta, qualche atto straordinario.
Un’azione che impegnerebbe tutto me stesso, se fossi sconvolto da una sventura,
colpito da un’ingiustizia, se uno dei miei cari fosse in pericolo…
Ma ciò che mi umilia e spesso mi scoraggia,
è che non sono capace di donare la mia vita pezzo a pezzo,
giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto,
donare, sempre donare… e darmi!
Questo non posso farlo e tuttavia è certamente ciò che tu mi chiedi…
Ogni giorno mille frammenti di vita da donare, in mille possibili gesti d’amore,
che più non si vedono tanto sono abituali, e più non si notano tanto sono banali,
ma di cui tu mi dici di aver bisogno per mettere insieme un’offerta
e perché un giorno io possa dire in verità:
ai miei fratelli io ho donato tutta la mia vita.
È ciò che desideri, Signore, ma non ne sono capace… non posso farlo, lo so, ed ho paura.
Figliolo, io non ti chiedo di riuscire sempre, ma di provarci sempre.
E soprattutto ascoltami, ti chiedo di accettare i tuoi limiti,
di riconoscere la tua povertà e di farmene dono,
perché donare la propria vita non vuol dire donare soltanto le proprie ricchezze,
ma anche la propria povertà, i propri peccati.
Fa’ questo, figliolo, e con i pezzi di vita sciupata,
da te sottratti a tutti coloro che aspettano, colmerò i vuoti,
dandoti in cambio la durata, perché nelle mie mani la tua povertà offerta,
diventerà ricchezza per l’eternità.
(Michel Quoist)


AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Giovanni Mascellani, Luisa Prodi
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
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