Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 5 Giugno 2020

Medita

Uno degli appellativi del Messia è quello di essere figlio di Davide, una discendenza regale da leggere soprattutto come indicazione che la salvezza dell’umanità è stata preparata nella storia per mezzo del popolo di Israele. La predicazione di Gesù, tuttavia, non si ferma alle disquisizioni teologiche nel tempio, ma raggiunge in ogni spazio, che sia una collina, una piazza, una barca sul lago, le folle di uomini e donne semplici che lo ascoltano volentieri. Tutti i segni che egli compie rimandano al suo essere figlio di Dio, dai miracoli alle sue frequentazioni, dalle sue parole ai suoi gesti, fino al segno più grande, la sua morte—che già fa esclamare al centurione che veramente Gesù era il figlio di Dio—e la sua resurrezione.

Rifletti

Quale è la nostra obiezione principale nel riconoscere Gesù come figlio di Dio?

Prega

Signore Gesù Cristo,
Figlio del Dio vivo,
che per volontà del Padre
e con l’opera dello Spirito Santo
morendo hai dato la vita al mondo,
liberami da ogni colpa e da ogni male,
fa’ che sia sempre fedele
alla Tua legge
e non sia mai separato da Te.
Amen.


AUTORE: Cristina e Emanuele Cattin, Michela e Paolo Buti
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
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