Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 3 Febbraio 2020

Medita

Che vita terribile è quella di quest’uomo che abita fra le tombe! Nulla gli dà pace, nessuno riesce a tenerlo fermo: urla e grida, si percuote con le pietre, si fa del male. Gesù prende a cuore il suo destino e lo libera.
Quante persone incontriamo irrequiete e insoddisfatte di ciò che sono, della propria vita, delle proprie scelte, travolte da sensi di colpa! Quante volte anche noi stessi siamo così!
Se una parte di noi stessi tende ad affossarci o ad esaltarci, se siamo oppressi dall’immagine di noi stessi che proviene dalla paura o dall’arroganza, l’unica vera forza per uscirne è quella di Cristo Gesù, capace di liberarci nel profondo, permettendoci di vedere la realtà dalla parte di Dio “affogando” la miriade di pensieri negativi che rischiano di schiacciarci.

Rifletti

Quanto spesso la nostra società è molto più preoccupata dalla perdita dei “maiali”, dall’impatto economico, che dalla miracolosa guarigione e salvezza del singolo uomo?

Prega

Mio Dio, non solamente confido in te, ma non ho fiducia che in te.
Donami dunque lo spirito di abbandono
per accettare le cose che non posso cambiare.
Donami anche lo spirito di forza
per cambiare le cose che posso cambiare.
Donami infine lo spirito di saggezza
per discernere ciò che dipende effettivamente da me,
e allora fa’ che io faccia la tua sola e santa volontà.
Amen.

Fonte: Ascolta e Medita – Gennaio 2020 curato da Domenico Coviello, Angela Castino – Arcidiocesi di Pisa – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi


Esci, spirito impuro, da quest’uomo!
Dal Vangelo secondo Marco Mc 5, 1-20 In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati. Parola del Signore

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