Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 25 Luglio 2020

Medita

Bere il Suo calice! Uno dei discorsi più duri che Dio ci fa e che noi facciamo fatica ad accettare è il fatto che Egli chiami a condividere non tanto gli onori e la gloria, quanto il dono di sé fino alla morte.
Anche coloro che stettero a stretto contatto con Gesù e che poterono ascoltarne i discorsi più profondi fecero questa fatica.
Giacomo e Giovanni, forse sentendosi in qualche modo protetti da Gesù, chiedono per mezzo della loro madre un riconoscimento che sa ancora troppo di umano: bere il Suo calice!

Mettiamoci in cammino per umiltà e coraggio, non per essere serviti ma per servire.
Servire i fratelli. Il Signore non aspetta da noi atti eroici, cose eclatanti che magari ci riempirebbero di un orgoglio “umano”. Quello che conta sono le piccole cose “nascoste”, anche piccoli gesti verso gli altri, un sorriso, una carezza, un abbraccio che per noi può essere poco, ma per chi lo riceve è un segno di condivisione e di amore. Perché è nell’amore che saremo giudicati.

Rifletti

All’origine di certe cadute nel peccato c’è un atteggiamento di presunzione che ci rende troppo sicuri di noi e poco disposti all’ascolto dell’altro.

Prega

Chi è il più grande tra voi
diventi come il più piccolo.
“Ecco, io sto in mezzo a voi
come Colui che serve!”, dice il Signore.
Colui che vorrà essere il primo,
si farà vostro schiavo.


AUTORE: Claudia Lamberti e Gabriele Bolognini
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
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