Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 24 Maggio 2022

860

Commento al Vangelo di oggi

Durante quell’ultima cena che già aveva il sapore di un addio, Gesù annuncia con chiarezza l’imminente distacco: un disegno più grande lo spinge a dover lasciare le persone che ama e con cui ha condiviso il meglio del suo tempo. Egli è ben consapevole della necessità di un tale distacco e del bene che ne conseguirà, ma non può fare a meno di provare tristezza, forse già un po’ di paura.

Dio prova tristezza. L’esperienza umana di Gesù arricchisce Dio di questa emozione preziosa e allo stesso tempo le dona una grande dignità. Anche i discepoli provano tristezza, ma questa li porta ad essere talmente preoccupati dell’avvenire, del posto vuoto che la partenza del maestro potrà lasciare, da diventare incapaci di mettersi nei panni di Gesù; nessuno osa domandargli “Dove vai?”.

La tristezza di Gesù, invece, squarcia il cuore di Dio lasciandone fuoriuscire tutta la sua misericordia, il suo amore per l’uomo. Gesù non è irrigidito dalla paura, ma riesce ad accoglierla come uno spazio di possibilità: la possibilità di fidarsi dell’amore del Padre, che se anche permette ad una sofferenza o ad una disgrazia di toccare i suoi figli, non ritira mai la promessa di una pienezza di vita.

Nei Promessi Sposi, Lucia, costretta a lasciare il suo paese proprio quando stava per ottenere tutto ciò che aveva desiderato, prova grande tristezza nel congedarsi dai suoi monti, dai suoi affetti, dai suoi sogni; ma la celebre pagina manzoniana dell’addio ai monti non si conclude nella tristezza né nella paura, bensì nella consapevolezza che «Quegli che dava a voi tanta giocondità è da per tutto; ed Egli non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e maggiore».

Per riflettere

Fidarsi non vuol dire avere certezza che l’amarezza di oggi possa fruttarmi la serenità di domani… Quand’è l’ultima volta in cui ho avuto paura di fare una scelta o di affrontare una situazione triste e sono riuscito a fidarmi di qualcun altro (un genitore, un amico più grande, un educatore)?

Preghiera finale

Chiunque tu sia,

che, nello scorrere di questo mondo, ti sembra di fluttuare tra marosi e tempeste

piuttosto che camminare sulla solida terra,

non distogliere gli occhi dal fulgore di questa stella,

se non vuoi essere travolto dalle tempeste.

Se insorgeranno i venti delle tentazioni,

se incorrerai negli scogli delle tribolazioni,

guarda la stella, invoca Maria.

Nei pericoli, nelle paure, nei momenti di dubbio,

pensa a Maria, invoca Maria.

(San Bernardo di Chiaravalle)


AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Centro Diocesano per le Vocazioni di Pisa
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi