Medita
Cerchiamo segni, perché nascondercelo? Siamo cristiani cattolici, ci professiamo tali eppure abbiamo sempre bisogno di certezze, di conferme. Come se la fede, invece, non avesse a che fare proprio col fidarsi, con l’avere fiducia. Invece no: come i contemporanei di Gesù abbiamo bisogno di conferme e corriamo dietro ai miracoli e alle apparizioni. Nella vita privata, poi, mettiamo alla prova Dio chiedendogli di manifestare la sua presenza esaudendo le nostre (a volte legittime) richieste.
Dio, se esisti, fa’ che… e mi immagino il Signore intento ad appuntarsi tutto quello che deve fare… Gesù, oggi, ci invita a non andare dietro ai segni ma a valorizzare la sua presenza nelle cose che già esistono. Profeti come Giona ancora attraversano le nostre distratte città . Cristiani saggi come Salomone che dispensano consigli li possiamo ancora trovare (anche se con una certa fatica, a dire il vero…). Non abbiamo scusanti: abbiamo tutti gli strumenti per prendere sul serio l’invito a conversione che ci fa il buon Dio. Ben più di Giona e Salomone abbiamo qui: la presenza stessa del Signore Gesù nel segno della sua parola e nell’eucarestia! (Paolo Curtaz, commento del 20 febbraio 2013)
Per riflettere
Non dobbiamo credere per i segni, altrimenti perderemmo la nostra libertà . Dobbiamo imparare a riconoscere lo straordinario che c’è nella nostra vita, nelle piccole cose.
Preghiera finale
Guarisci ed apri i miei occhi affinché possa vedere i tuoi cenni.
Allontana da me i movimenti irragionevoli affinché possa riconoscerti.
Dimmi da che parte devo guardare affinché ti veda,
e spero di poter eseguire tutto ciò che mi comanderai.
Se con la fede ti ritrovano coloro che tornano a te, dammi la fede;
se con la virtù, dammi la virtù;
se con il sapere, dammi il sapere.
Aumenta in me la fede, aumenta la speranza, aumenta la carità .
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi