Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 21 Luglio 2020

Medita

“Chi è mia madre e chi sono i miei parenti?”. Gesù è cresciuto in una famiglia normale. Maria e Giuseppe sono stati i suoi genitori, persone semplici con cui è cresciuto, umile ed ubbidiente, per trentatré anni, in un piccolo paese in cui avrà avuto i suoi amici, avrà intrattenuto relazioni, avrà probabilmente aiutato suo padre nei lavori di falegnameria. Può essere difficile immaginare il figlio di Dio in una realtà così semplice e quotidiana, eppure Gesù è stato proprio uno di noi.
Ma quando giunge il suo tempo lascia tutto. Il suo orizzonte non è più la piccola Nazareth, ed inizia la sua predicazione, quello per cui è venuto.
Da lì in poi non perde occasione, non perde opportunità per spiegare, ammonire, indirizzare, stupire, perfino destabilizzare e scandalizzare i suoi contemporanei.
Diranno: “Ma non è il figlio di Giuseppe e questi non sono i suoi familiari?”. No, Gesù non è più solo di Nazareth, di Gerusalemme, di Betlemme, della Galilea, della Samaria: Gesù è di tutti. Ci ha indicato la strada che dobbiamo seguire in cui siamo tutti suoi, un’unica grande famiglia.

Rifletti

Cerchiamo di sentirci fratelli, figli di un Dio che ci è vicino, ci ama e ci perdona sempre purché lo cerchiamo.

Prega

“Quale Dio è simile a te,
che passi sopra il peccato.
Non darà più libero sfogo al suo furore,
perché è uno che vuole usare misericordia.
Getterà nel profondo del mare tutti i nostri peccati”,
dice il profeta Michea.
Come è grande Signore la tua misericordia!
Riconosciamo di non esserne sempre degni.


AUTORE: Claudia Lamberti e Gabriele Bolognini
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
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