Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 20 Maggio 2021

635

«Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola». L’orizzonte si allarga, abbraccia tutti coloro che crederanno «mediante la loro parola». Non è possibile non intepretare anche in senso temporale la preghiera di Gesù. I beneficiari dell’intercessione del Signore sono dunque i credenti di tutti i tempi, istruiti con la parola, e nutriti con i sacramenti, dagli Apostoli e dai loro successori.

Mentre il Vangelo di ieri includeva la richiesta di protezione dal maligno, con l’avvertimento che gli assalti di quest’ultimo non sarebbero mancati, oggi Gesù sembra piuttosto mostrare il destino di felicità che aspetta chi sia stato capace di rinunziare alle lusinghe del demonio, e poi ai conseguenti suoi attacchi, scegliendo invece di servire Dio. Ed è davvero qualcosa di grandioso: la stessa gloria riservata al Signore, proprio dove sarà Lui, un amore paragonabile a quello con cui Dio ama il suo figlio primogenito, la conoscenza di Dio… Ce n’è davvero abbastanza per desiderare una tale ricompensa. Per esigerla, il credente non ha in mano titoli azionari dalla solidità incerta, bensì la garanzia dell’intercessione di Gesù, la sua parola.

Su chi invece ha ascoltato la parola ma non l’ha accolta Gesù qui non esprime giudizio. Come neppure si pronuncia riguardo coloro che la parola non hanno mai potuto ascoltare. Noi tutti, anche (se non soprattutto) coloro che ritengono di aver sempre agito con giustizia, dobbiamo rallegrarci degli spazi di misericordia che il Signore si riserva con queste “omissioni”, fatte proprie dalla Chiesa nei secoli. Se dunque il nostro obiettivo è comprensibilmente il premio promesso da Gesù, non dimentichiamo mai di chiedergli mitezza nel giudizio; se è vero, come recita il Salmo 143, che difficilmente potremo accampare grandi meriti per ottenerlo: «Non chiamare in giudizio il tuo servo: nessun vivente davanti a te è giusto» (Sal 143, 2). Davvero un distillato di sapienza!

Per riflettere

Gesù prega affinché coloro che credano in lui siano una sola cosa. La supplica al Padre non è (solo) per altri, riguarda me, in prima persona. Essere strumento di riconciliazione e di unità, fare sempre il primo passo in direzione dell’altro all’inizio comporta fatica, mortifica il nostro orgoglio. Nel praticare questi atteggiamenti si scopre però che essi sono la via per la pace e per la gioia.

Preghiera finale

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.


AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi