Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 19 Luglio 2021

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A questo punto della narrazione evangelica, Gesù si è già fatto conoscere e ha compiuto diversi miracoli che hanno attratto l’interesse delle folle e la disapprovazione dei farisei. Proprio questi ultimi ora sembrano non essere soddisfatti e chiedono, esplicitamente e con arroganza, di voler vedere un segno. D’istinto ci viene da condannare questo atteggiamento, e non sorprende la risposta risentita di Gesù. Ma questa domanda non dà forse voce a un pensiero che è anche nostro? E qual è la differenza tra la pretesa dei farisei e la richiesta di guarigione di alcuni malati che si sono avvicinati a Gesù? In fondo, anche questi desideravano un segno da lui, ossia essere guariti.

Tutti, nel profondo, sentiamo il bisogno che il Signore si manifesti con la sua grazia nella nostra vita. Ma c’è una differenza tra il “desiderare” e il “volere”.

Il desiderio deriva dal sentire la mancanza di qualcosa e rende ricettivi a tutto quello che potrebbe darcelo. I malati che si avvicinano a Gesù desiderosi di guarigione sono aperti ad accogliere qualsiasi suo gesto nei loro confronti, e riescono a riconoscerlo come Signore in questo: la loro fede li salva. Invece, volere qualcosa vuol dire imporre in maniera decisa un’idea, e scartare tutto quello che si allontana da essa. Così ci si può ritrovare a dare degli ultimatum al Signore: se non mi mandi ciò che voglio, se non dai pace a questo mio malessere, allora non mi stai ascoltando, allora non sei davvero il Dio misericordioso che dici di essere… quindi a che mi servi? Così i farisei, con la loro domanda, dimostrano di non desiderare di conoscere il Signore, ma vogliono imporre la loro visione su quello che Dio deve e può fare.

Gesù ci chiede di usare la logica del desiderio, che è quella della fede. Solo la fede infatti può permettere di accogliere la morte e la resurrezione e riconoscere in queste il segno dell’amore di un Dio che capovolge tutte le nostre aspettative, si fa ultimo e poi vince la morte, e questo per salvare la nostra vita.

Per riflettere

Facendo un bilancio della nostra preghiera, quanto è desiderio di incontro con il Signore e quanto è richiesta di una sua azione nella nostra vita?

Preghiera finale

Spirito Santo, non permettere che i nostri cuori siano turbati,
rassicuraci nelle nostre tenebre, donaci la gioia,
e noi aspetteremo in silenzio e in pace che la luce del Vangelo sorga su di noi.
Gesù Cristo, nel nostro profondo Tu discerni questa attesa contemplativa:
una sete riempie la nostra anima, è abbandonarci in Te.
Gesù, nostra speranza, con il poco che capiamo del Vangelo,
ci permetti di scoprire ciò che ti aspetti da noi.
Gesù Cristo, nella preghiera le nostre povere parole hanno spesso difficoltà
ad esprimere il nostro desiderio di comunione con Te,
ma Tu ci accogli già. Amen.
(Frère Roger de Taizé)


AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi