Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 15 Gennaio 2021

Medita

Un brano che apre moltissime direzioni di meditazioni. Iniziamo dalla malattia: il paralitico è inaridito, pietrificato, non può che ripetere ogni giorno le stesse cose, non ha novità né sorpresa. Qual è la nostra paralisi oggi? In che modo la nostra vita interiore, le nostre relazioni con gli altri, sono bloccati, fermi, incapaci di movimento?

Poi la circostanza che la barella è portata da quattro persone, come dice il testo. Ovvio, per portare la barella servono quattro persone. Ma fermiamoci un attimo. Quest’uomo dipende dagli altri, ma nella vita quotidiana starà fermo nel suo lettuccio, al massimo avrà bisogno di qualcuno che gli porti da mangiare. Qui si mettono in movimento ben quattro amici, lo portano in giro per la città, fendono la folla, sfidano la loro giusta protesta per essere stati scavalcati, rischiano persino nell’arrampicarsi sul tetto. Non è solo quell’uomo che ha fede, sono in tanti. Non siamo soli nella fede, siamo sostenuti da altri. C’è un grande lavoro di testimonianza reciproca, di intercessione per gli altri.
Poi ancora la sconcertante risposta di Gesù. Di fronte ad un paralitico, con una chiarissima richiesta di guarigione fisica, in mezzo alla gente che chiede miracoli, non trova niente di meglio che perdonare i peccati. Il paralitico e i suoi amici, tutta la gente intorno, chiedono un intervento visibile, tangibile, fisico. Gesù risponde con un intervento i cui effetti non sono immediatamente visibili. E poi, quali peccati avrà mai commesso un pover’uomo sdraiato su una barella? È davvero così importante perdonargli i peccati? Perché la risposta di Gesù appare così incongrua?

Gesù annuncia il Regno, che inizia con il perdono dei peccati, cioè con il ripristino della relazione con il Padre, attraverso di lui. È solo quella relazione che salva. La guarigione è conseguenza.

Per riflettere

Prendiamo un taccuino, di quelli che restano personali e segreti. Se non abbiamo un taccuino, un foglietto da tenere per sé. Ora scriviamo i nomi delle quattro persone che, nella nostra vita, ci hanno portato da Gesù. Lasciamo che il nostro sentimento sgorghi spontaneo per loro.

Preghiera finale

E restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo
tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi
e di tutti rendiamogli grazie, perché procedono tutti da lui.
E lo stesso altissimo e sommo, solo e vero Dio,
abbia e gli siano resi ed egli riceva tutti gli onori e la reverenza,
tutte le lodi e tutte le benedizioni,
ogni rendimento di grazie e ogni gloria,
poiché suo è ogni bene ed egli solo è buono.
(Francesco d’Assisi)


AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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