Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 11 Giugno 2021

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Giovanni descrive ciò che ha visto quel venerdì, giorno della Parasceve. Racconta ciò che di incredibile ha vissuto e ne dà testimonianza. Non solo, ma ribadisce anche che la sua è una testimonianza autentica perché i suoi occhi, il suo cuore, la sua mente, la sua vita hanno partecipato alla vita e alla missione di Gesù, e adesso sta partecipando alla sua morte.

Comprende che le antiche scritture avevano parlato di Lui per ciò che ora ha visto, e quello che ha visto e hanno visto coloro che lo hanno trafitto fa capire loro chi è veramente Gesù. Adesso, con occhi nuovi. Quegli occhi nuovi che permettono a Giovanni di testimoniare! Giovanni si fa testimone e testimonia di Gesù, conduce chi lo ascolta a dare adesione a colui a cui egli rende testimonianza. La testimonianza di Giovanni è fondamentale per la trasmissione della fede: per noi che non eravamo là, ma che abbiamo ascoltato la sua parola e che desideriamo conoscere Gesù per credere in Lui.

Testimoniare è l’arte di dire la verità sulla realtà, sugli altri e su noi stessi. Testimoniare il Vangelo vuol dire decidere di raccontare la propria relazione con Cristo per suscitare il senso di una presenza altra: la presenza di colui del quale si testimonia. Giovanni ha testimoniato l’amore, quell’amore assoluto che ha sacrificato se stesso sulla Croce per rivelare la misericordia del padre. Il cuore di Gesù, colpito dalla lancia, ha profuso acqua e sangue, lo Spirito e la Vita, per la salvezza del mondo!

Per questo testimoniare il Vangelo diventa per Giovanni un bisogno: non può trattenere per sé ciò che ha vissuto e, nutrito dallo Spirito Santo, si è fatto strumento di Dio perché la parola viva di Gesù e il suo amore potessero giungere fino a noi.

Per riflettere

San Francesco dice: “Testimoniate, se necessario anche con le parole”. Come mi pongo di fronte alla necessità di dare testimonianza della mia fede, quando ho ricevuto la grazia di vedere la sua presenza nella mia vita? Mi sento mite strumento nelle mani di Dio?

Preghiera finale

Non c’è miseria che Ti possa esaurire.
Hai chiamato tutti a questa sorgente d’amore, a questa fonte della divina pietà.
Verso Te, viva sorgente di Misericordia tendono tutte le anime:
alcune come cervi assetati del Tuo Amore,
altre per lavare le ferite dei propri peccati,
altre ancora per attingere forza per affrontare i disagi della vita.
Ecco l’Onnipotenza della Tua Misericordia dalla quale giunge a noi ogni grazia.
O Sangue e Acqua che scaturisci dal Cuore di Gesù come sorgente di Misericordia per noi,
noi confidiamo in te, Gesù confido in te.
(Santa Maria Faustina Kowalska)


AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi