mons. Giuseppe Mani – Commento al Vangelo di sabato 1 Gennaio 2022

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La Madre di Dio

Essere mamma è una delle cose che agli uomini non è dato di sperimentare e spesso diventa causa di gelosia tra i genitori. Ammirato di come mia nipote fosse al centro di attenzione dei suoi tre figli, che la chiamavano continuamente, le chiesi cosa sperimentasse quando la chiamavano “mamma”. “È una cosa indescrivibile!”, mi rispose. Dio ha voluto dare questa gioia a Maria, la madre di suo Figlio, che nel vangelo sarà sempre indicata come “la Madre di Gesù”.

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Mentre Giuseppe teneva il posto del Padre, che era un altro, Lei era veramente Madre, senza ombra di dubbio. Lo aveva tenuto in seno per nove mesi, lo aveva partorito, allattato, cresciuto, educato, veramente fatto uomo. Ai bambini del catechismo di Pirri (CA) chiesi che cosa avranno detto i pastori quando Maria mostrava loro Gesù: “Uuh! Come ti assomiglia!”. Proprio così: Gesù era tutto la Madre e la Madre era tutta Gesù. È la “Vergine Madre, figlia del tuo Figlio”. I grandi pittori che ci hanno regalato le più belle immagini di Maria, ce l’hanno sempre rappresentata col Bambino in braccio e non hanno trascurato il fatto di creare una somiglianza tra i due.

Poiché Gesù è veramente uomo, non è miracolosamente nato “uomo fatto”, come sarebbe facile immaginare e che fossero Maria e Giuseppe a dover imparare da Lui, ma loro lo hanno formato uomo, attraverso di loro “il Verbo fatto carne” “et homo factus est” è diventato uomo. Sotto i loro occhi lo hanno visto “crescere in sapienza, età e grazia”. Lo hanno preparato loro alla sua missione, da loro ha imparato a prendere la croce di ogni giorno, da loro ha imparato a pregare. Fantastico pensare a Maria che insegna a Gesù lo Shemà, come a me mia mamma ha insegnato l’Ave Maria.

Come Maria ha donato Gesù al mondo, è ancora Lei che ce lo dona, che parla di Lui al nostro cuore: è la Stella dell’evangelizzazione. A Nazareth nessuno sapeva cosa realmente ospitava la casa del falegname, solo Maria e Giuseppe conoscevano il Mistero. Il Vangelo in cui si parla dell’infanzia di Gesù ci lascia con le parole: “Maria conservava tutte queste cose nel suo cuore”. Solo il cuore di Maria potrà comprendere fino in fondo suo Figlio, perché soltanto il Suo cuore purissimo poteva contenere “tutte quelle cose”. Per questo un grande innamorato di Maria, San Massimiliano Kolbe, ci offre la strada per conoscere Cristo: conoscere Cristo col cuore di Maria. Ma anche quella per conoscere Maria: “conoscere Maria col cuore di Cristo”. E’ chiaro che conoscere la madre è un problema di cuore e soltanto i figli possono farlo.

Conoscere il cuore di Maria significa sentirsi amati da Lei e ottenere quella sicurezza nella vita, tipica di Papa Wojtyla e dei grandi santi, che non si sentivano soltanto tra le sue braccia “come bimbo svezzato in braccio a sua Madre”, ma accompagnati nelle lotte della vita da una Donna forte, come “un esercito schierato a battaglia”.

L’umile ragazza di Nazareth è la Madre di Dio, tanto che “chi vuol grazia e a te non ricorre sua desianza è volar sanz’ali”.

Accompagnati da tanta Madre, la Chiesa ci fa cominciare il nuovo anno con la certezza che “Non si è mai sentito dire al mondo che chi sia ricorso alla Tua protezione sia rimasto abbandonato”. E’ di sicurezza che abbiamo bisogno per affrontare la vita e la fede in Maria “Torre di fortezza” è la “Vita, dolcezza speranza nostra.”

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