don Lucio D’Abbraccio – Commento al Vangelo di mercoledì 25 Dicembre 2019

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Messa della notte di Natale – Cristo, luce e salvezza del mondo!

Nella liturgia del Natale è frequente il richiamo alla luce. Nella preghiera colletta abbiamo lodato il Padre con queste parole: «O Dio, che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo». Abbiamo ascoltato, nella prima lettura, l’oracolo del profeta Isaia: «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse». L’oracolo trova un suo riscontro nella pagina del vangelo: «C’erano in quella regione alcuni pastori che…vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce».

Le tenebre ancora ci avvolgono, ma la Luce è già venuta nel mondo e noi, purtroppo, spesso non l’accogliamo. Non dimentichiamo ciò che scrive l’apostolo ed evangelista Giovanni: «la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta» (cf Gv 1, 5).

Ebbene sì! Dobbiamo sinceramente riconoscere che c’è ancora buio nella nostra mente, nel nostro cuore, nella nostra vita. Dobbiamo lealmente ammettere tutte le resistenze a questa luce che viene dal Signore. C’è buio nella nostra mente, perché non sempre siamo docili ascoltatori della Parola, non accettiamo di cercare con cuore sincero la verità, non vogliamo mettere in discussione i nostri schemi mentali, i nostri progetti, non proviamo a scuoterci dalla nostra pigrizia, dalla nostra apatia, non sappiamo e non vogliamo alzarci e percorrere il nostro cammino di fede. C’è buio nel nostro cuore dove spesso avvertiamo freddo, aridità di sentimenti, egoismi, dove convivono rancore, invidia, narcisismo, perché non disponibili verso gli altri ma ripiegati solo su noi stessi, non aperti al sole di giustizia, Cristo Gesù. C’è buio nella nostra vita, perché appesantita da affanni e preoccupazioni vane, alla ricerca continua di idoli che, secondo la parola di Dio, non sono capaci di dare senso e serenità verace, poiché sono dei benesseri fini a se stessi e, spesso, frutto di disinteresse verso gli altri. C’è buio nella storia dell’umanità perché ci sono ancora odiose repressioni di piccoli o grandi tiranni; c’è buio perché permane l’arroganza dei prepotenti; c’è buio perché ciò che spesso rifiutiamo è la fatica di crescere. Quanti, anche anagraficamente adulti, sono ancora degli adolescenti su tanti piani della vita, soprattutto su quello della fede!

Ogni Natale deve essere vissuto come un riprendere di nuovo il cammino per seguire le orme del Signore Gesù, crescendo e maturando nella fede in modo da essere capaci di annunciarlo agli altri con la vita e con la parola.

La grazia del Natale ci aiuti in questo nostro cammino, superando la nostra apatia, la nostra superficialità, le nostre incoerenze. Che la luce del Signore ci cambi radicalmente e ci renda persone nuove capaci di annunciare la Luce vera: Cristo Gesù, che oggi è nato per noi!

Natale: messa dell’aurora – Oggi la luce risplende su di noi!

Nella liturgia di questa notte abbiamo celebrato il grande mistero di Dio che «per noi uomini e per la nostra salvezza è disceso dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo». Questo grande e meraviglioso avvenimento è stato rivelato dall’angelo ai pastori, i poveri d’Israele (cf Lc 2, 1-14). All’aurora, la chiesa ci chiede di concentrare la nostra attenzione su un’altra parte dello stesso mistero: la visita dei pastori alla stalla, la loro contemplazione e il loro annuncio dell’evento-parola, cioè del bambino neonato.

Colpisce il fatto che i primi destinatari del grande annuncio della natività siano i pastori. Essi, infatti, costretti dal loro lavoro ad una vita di nomadismo, per la cultura religiosa dell’epoca erano persone impure e quindi escluse dalla vita liturgica ufficiale: eppure proprio a questi poveri, emarginati e disprezzati va la predilezione di Dio, che li sceglie per essere i primi testimoni della nascita del Figlio suo. Gli angeli si erano rivolti ai pastori proclamando: «Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (cf Lc 2, 11-12). Dio, dunque, si rivela a Betlemme non come un sovrano, non come un ambizioso dominatore, non come un padrone violento. Assolutamente no! Dio si è rivelato nel nascondimento, nell’umiltà, nella povertà. Questo segno manifesta che la gloria di Dio è una gloria ben diversa da quella che immaginiamo noi: è la gloria dell’umiltà, dell’abbassamento. L’evangelista narra che «appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: “Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”». I pastori, quindi, con una pronta obbedienza si mettono in cammino per vedere l’evento-parola che il Signore ha fatto loro conoscere. Dice ancora Luca: «Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia». Ecco come si manifesta il Salvatore, il Messia, il Signore: in un neonato ancora in fasce, in un bambino deposto nel luogo dove mangiano gli animali, in un luogo di miseria e non di potere e lusso.  E, dopo aver visto questa scena, i pastori a loro volta diventano annunciatori, «riferirono ciò che del bambino era stato detto loro», ossia diventano testimoni. Ciò significa che non restano semplici spettatori ma essi «fanno conoscere» ciò che prima è stato «fatto conoscere loro».

Luca annota infine che «Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore». L’atteggiamento di Maria è quello di una madre che registra tutto ciò che riguarda suo figlio, lo medita, lo conserva nel cuore. È un atteggiamento che nasce da una fede profonda e da un’umiltà semplice. Lei è consapevole di non essere capace di capire da sola quello che sta vivendo, ma sa che nella preghiera il Signore le farà comprendere tutto ciò che le serve per essere in grado di portare a compimento la missione che egli le ha assegnato: essere la madre del Messia.

Silenzio, ascolto, meditazione, preghiera, sono essenziali per un’autentica vita di fede. Purtroppo, il ritmo frenetico della vita ci impedisce, il più delle volte, di ritagliarci un po’ di tempo per il Signore: molte volte si sente dire che non si ha tempo! Noi troviamo il tempo per cose effimere e superficiali ma per il Signore no! Allora facciamo questo esame di coscienza: nel vangelo si parla di persone che rimangono stupite «delle cose dette loro dai pastori», forse anche commosse, che poi se ne tornano alle loro case, dimenticano quell’incontro e tutto torna come prima. Si parla dei pastori che «vanno in fretta, senza indugio e trovano Maria e Giuseppe e il bambino che giace nella mangiatoia». Vedono, ascoltano, credono. Poi se ne tornano alle loro tende, glorificando e lodando Dio, parlando di questo avvenimento che il Signore ha fatto conoscere loro. Infine ci sono Giuseppe e Maria la quale, come è stato detto poc’anzi, «custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore». Scegliamo, dunque, le persone alle quali vogliamo somigliare.

Che Maria e Giuseppe ci aiutino a fare la scelta giusta e a vivere il Natale del Signore con fede semplice e profonda.

Natale: messa del giorno – Il Verbo si fece carne

La liturgia, nel giorno di Natale, alla messa del giorno, ci fa leggere il prologo di san Giovanni. L’apostolo ed evangelista scrive: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. […] E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi». Il Verbo di Dio, ossia il «Figlio unigenito che viene dal Padre», colui al quale il Padre guardava per creare il mondo, decide di prendere un corpo, di calarsi nelle tenebre della finitudine. Dice ancora l’evangelista Giovanni: «…noi abbiamo contemplato la sua gloria». Sappiamo che Giovanni è stato vicinissimo a Gesù, ha condiviso con lui alcuni anni di vita, colui che nell’ultima cena si è chinato «sul petto di Gesù» (cf Gv 13, 25), colui che ha toccato la sua «carne». Ora sa che questa carne umana, debole e mortale, apparteneva al Figlio eterno del Padre e gli ha permesso di rendere visibile il volto di Dio. Per questo, rubando le prime parole al libro della Genesi, l’evangelista stabilisce l’inizio di tutto non nella creazione del cielo e della terra, ma nell’eternità abitata da Dio Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo: «Egli era, in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste». La nostra storia umana, quindi, inizia nell’amore eterno del Padre, che insieme al Figlio nello Spirito crea tutte le cose e l’uomo a sua immagine (Gn 1, 27).

La creazione richiede anche la rivelazione, altrimenti l’uomo non potrebbe conoscere l’amore da cui ha avuto origine. Questo comporta che il Figlio si renda presente nel mondo. Lui è la vita, lui è la luce del mondo: «In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini». Ma la sua venuta ha fatto esplodere il dramma: la luce si scontra con le tenebre, che tentano di oscurarla, ma sono sconfitte; coloro che avrebbero dovuto accogliere a braccia aperte la vita, l’hanno respinta e hanno preferito la morte: «La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta».

Ma il Verbo incarnato non si è arreso! Egli – scrive l’apostolo Paolo – «ha umiliato se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (cf Fil 2, 8), ha dato la sua vita, perché quelli che accolgono il suo dono diventino, per mezzo di lui, veri figli di Dio: «A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio». Quindi Gesù, unigenito figlio di Dio, «luce vera nel mondo, quella che illumina ogni uomo», è venuto nel mondo, diventando in tutto uomo come noi, fuorché nel peccato, per rivelare l’amore misericordioso del Padre.

Ebbene, la festa del Natale del Signore, che fa memoria della sua incarnazione, ci pone di fronte alla scelta che non si fa una sola volta, ma va rinnovata ogni giorno: lasciare le tenebre per essere avvolti dalla luce di Cristo, rifiutare l’odio per vivere nell’amore che lui ci ha insegnato e mostrato!

Chiediamo a Dio Padre onnipotente affinché ci aiuti a gustare la bellezza di essere suoi figli e a camminare nella sua luce, per giungere, un giorno, alla Gerusalemme del cielo.


NATALE DEL SIGNORE (Messa vespertina della vigilia) – Solennità

Prima Lettura

Il Signore troverà in te la sua delizia.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 62,1-5

Per amore di Sion non tacerò,

per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo,

finché non sorga come aurora la sua giustizia

e la sua salvezza non risplenda come lampada.

Allora le genti vedranno la tua giustizia,

tutti i re la tua gloria;

sarai chiamata con un nome nuovo,

che la bocca del Signore indicherà.

Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,

un diadema regale nella palma del tuo Dio.

Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,

né la tua terra sarà più detta Devastata,

ma sarai chiamata Mia Gioia

e la tua terra Sposata,

perché il Signore troverà in te la sua delizia

e la tua terra avrà uno sposo.

Sì, come un giovane sposa una vergine,

così ti sposeranno i tuoi figli;

come gioisce lo sposo per la sposa,

così il tuo Dio gioirà per te.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 88 (89)

R. Canterò per sempre l’amore del Signore

«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,

ho giurato a Davide, mio servo.

Stabilirò per sempre la tua discendenza,

di generazione in generazione edificherò il tuo trono». R.

Beato il popolo che ti sa acclamare:

camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;

esulta tutto il giorno nel tuo nome,

si esalta nella tua giustizia. R.

«Egli mi invocherà: Tu sei mio padre,

mio Dio e roccia della mia salvezza.

Gli conserverò sempre il mio amore,

la mia alleanza gli sarà fedele». R.

Seconda Lettura

Testimonianza di Paolo a Cristo, figlio di Davide.

Dagli Atti degli Apostoli
At 13,16-17.22-25

Paolo, [giunto ad Antiòchia di Pisìdia, nella sinagoga,] si alzò e, fatto cenno con la mano, disse: «Uomini d’Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo d’Israele scelse i nostri padri e rialzò il popolo durante il suo esilio in terra d’Egitto, e con braccio potente li condusse via di là.

Poi suscitò per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”.

Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele.

Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”».

Parola di Dio.

Vangelo

Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1,1-25

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.

Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.

Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.

Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.

In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.

Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi».

Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

Parola del Signore.

Forma breve:

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1,18-25

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.

Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi».

Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

Parola del Signore.

NATALE DEL SIGNORE (Messa del giorno) – Solennità

Prima Lettura

Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 52,7-10

 

Come sono belli sui monti

i piedi del messaggero che annuncia la pace,

del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,

che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».

 

Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,

insieme esultano,

poiché vedono con gli occhi

il ritorno del Signore a Sion.

 

Prorompete insieme in canti di gioia,

rovine di Gerusalemme,

perché il Signore ha consolato il suo popolo,

ha riscattato Gerusalemme.

 

Il Signore ha snudato il suo santo braccio

davanti a tutte le nazioni;

tutti i confini della terra vedranno

la salvezza del nostro Dio.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 97 (98)

R. Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio.

Cantate al Signore un canto nuovo,

perché ha compiuto meraviglie.

Gli ha dato vittoria la sua destra

e il suo braccio santo. R.

 

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,

agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.

Egli si è ricordato del suo amore,

della sua fedeltà alla casa d’Israele. R.

 

Tutti i confini della terra hanno veduto

la vittoria del nostro Dio.

Acclami il Signore tutta la terra,

gridate, esultate, cantate inni! R.

 

Cantate inni al Signore con la cetra,

con la cetra e al suono di strumenti a corde;

con le trombe e al suono del corno

acclamate davanti al re, il Signore.  R.

Seconda Lettura

Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

Dalla lettera agli Ebrei
Eb 1,1-6 

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.

Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.

Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».

Parola di Dio

Vangelo

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,1-18
 

In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

 

Egli era, in principio, presso Dio:

tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

 

In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

 

Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

 

Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

 

A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

 

E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

 

Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

 

Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

 

Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

 

Parola del Signore.

 

Forma breve:

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,1-5.9-14

 

In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

 

Egli era, in principio, presso Dio:

tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

 

In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

 

Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

 

A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

 

E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

NATALE DEL SIGNORE (Messa dell’aurora) – Solennità

Prima Lettura

Ecco, arriva il tuo Salvatore

Dal libro del proefta Isaia
Is 62,11-12

Ecco ciò che il Signore fa sentire
all’estremità della terra:
«Dite alla figlia di Sion:
Ecco, arriva il tuo salvatore;
ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Li chiameranno Popolo santo,
Redenti del Signore.
E tu sarai chiamata Ricercata,
Città non abbandonata».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale
Dal Sal 96 (97)

R. Oggi la luce risplende su di noi

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Annunciano i cieli la sua giustizia
e tutti i popoli vedono la sua gloria. R.

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo. R.

Seconda Lettura

Ci ha salvati per la sua misericordia.Dalla lettera di san paolo apostolo a Tito
Tt 3,4-7

Figlio mio,
quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.

Parola di Dio

Vangelo

I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,15-20

Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

Parola del Signore

NATALE DEL SIGNORE (Messa della notte) – Solennità

Prima Lettura

Ci è stato dato un figlio.

Dal libro del profeta Isaia
Is 9,1-6

Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale
Dal Sal 95 (96)

R. Oggi è nato per noi il Salvatore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome. R.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie. R.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta. R.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli. R.

Seconda Lettura

E’ apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini.Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
Tt 2,11-14

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

Parola di Dio

Vangelo

Oggi è nato per voi il Salvatore.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,1-14

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Parola del Signore