Santo del 16 ottobre – Sant’Edvige, regina di Polonia

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santa-edvigeBiografia

Nacque in Baviera verso l’anno 1174. Ebbe sette figli dal suo matrimonio con il principe di Slesia. Condusse una vita devota, fu benefica verso i poveri e i malati, per i quali fondò diversi ospedali. Il momento più drammatico della sua vita fu quando dovette andare a cercare sul campo di battaglia il figlio primogenito ucciso nello sforzo di contrapporsi all’invasione dei Tartari.

Trascorre la sua vedovanza come “oblata” delle Cistercensi di Trebnitz. Faceva tutto per piacere solo a Gesù dal quale attendeva la meritata ricompensa. E questa venne nel 1243. Proclamata santa nel 1267, è considerata particolare patrona della Slesia una delle regioni della Polonia.

MARTIROLOGIO

Santa Edvige, religiosa, che, di origine bavarese e duchessa di Polonia, si dedicò assiduamente nell’assistenza ai poveri, fondando per loro degli ospizi, e, dopo la morte del marito, il duca Enrico, trascorse operosamente i restanti anni della sua vita nel monastero delle monache Cistercensi da lei stessa fondato e di cui era badessa sua figlia Gertrude. Morì a Trebnitz in Polonia il 15 ottobre.

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Preghiera di Papa Giovanni Paolo II

“O Madre di Dio,
o Vergine, da Dio
sei glorificata! “

[ads2]Madre di Jasna Gòra e Regina, vengo oggi a Te in un pellegrinaggio di fede, per ringraziarti dell’incessante protezione su tutta la Chiesa e su di me, specialmente durante i cinquant’anni del mio sacerdozio e quelli del mio servizio sulla sede di Pietro. Con grande fiducia mi presento in questo santo luogo – sul Colle di Jasna Gòra, così caro al mio cuore, per esclamare una volta ancora: Madre di Dio e nostra, Ti ringrazio di essere la Stella Polare della costruzione di un futuro migliore per il mondo, di essere Patrona dell’edificazione della civiltà dell’amore in tutto il genere umano. madre, Ti prego umilmente, circonda con la tua materna protezione i giorni e gli anni che ci separano ancora dall’anno Duemila. Affido alla tua intercessione la preparazione al Grande Giubileo del Cristianesimo. Aiuta tutte le nazioni del mondo ad iniziare il nuovo millennio in unione a Cristo – Re dei secoli.

(Dalla preghiera di Giovanni Paolo II pellegrino nel Santuario di Jasna Gora. Czestochowa, 4 giugno 1997)

VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA (31 MAGGIO – 10 GIUGNO 1997)

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
DURANTE LA VISITA ALLA CHIESA DEDICATA A
SANT’ EDVIGE, REGINA DI POLONIA

Chiesa di Sant’Edvige (Kraków) – Lunedì,  9 Giugno 1997

1. “Quale gioia quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore»” (Sal 121[122], 1).

Ripeto questa confessione del Salmista venendo oggi qui, in questa chiesa e nella vostra comunità parrocchiale. Anch’io mi sono rallegrato quando, mentre veniva stabilito il programma del pellegrinaggio, mi è stato detto che saremmo “andati alla casa del Signore” – a questa casa a Krowodrza, dove la Patrona è santa Edvige Regina. Desideravo tornare in questo luogo dove, nel 1974, come Metropolita di Cracovia, celebrai per la prima volta la santa Messa in occasione dell’inizio dell’anno scolastico. Ricordo questa piazza e quella casetta, che era insieme la casa per la catechesi e il centro della nascente parrocchia. Mancava ancora la chiesa, mancava perfino il permesso per costruirla, ma c’era già un’altra Chiesa, la Chiesa fatta di pietre vive sul fondamento di Cristo. C’era la comunità dei fedeli, che si radunava sotto il cielo aperto, sopportando tutte le scomodità, per celebrare l’Eucaristia, per ascoltare la parola di Dio, per confessarsi, per pregare . . . I fedeli erano uniti anche da un grande desiderio che in questo luogo, in mezzo ai palazzi del quartiere che stava sorgendo, venisse posta una chiesa, una casa del Signore, che fosse anche la casa per le future generazioni dei suoi confessori. Non hanno risparmiato fatiche e sacrifici, ed hanno realizzato quest’opera. Per disposizione della divina Provvidenza, oggi posso entrare in questo tempio, per ringraziare Dio proprio qui, insieme con voi, per il dono della santità della Regina Edvige, che mi è stato dato di canonizzare ieri.

2. Unendomi a voi in questo rendimento di grazie, voglio salutare i Pastori locali, per primo Monsignor Jan, il quale sin dall’inizio, per disposizione dell’allora Arcivescovo di Cracovia, ora Successore di Pietro, organizzava la vita di questa parrocchia. Saluto la comunità delle Suore della S. Famiglia di Nazaret, che sin dai primi anni dell’esistenza della parrocchia sono venute sostenendo i sacerdoti nel lavoro catechistico, caritativo e liturgico. Infine voglio abbracciare con il cuore tutti voi qui presenti e tutta la comunità parrocchiale, che rappresentate. So che è una comunità viva, che irradia lo spirito di fede e di pietà, ed ha anche una grande sollecitudine per l’uomo, per il suo sviluppo – non soltanto spirituale, ma anche culturale e fisico. Questa vita si concentra in numerosi gruppi, comunità di preghiera, liturgiche, caritative, culturali, sportive . . . Ciascuno può trovarvi un posto per allargare i propri interessi, ma anche per approfondire la fede. Ed è questa un’attività degna di riconoscimento. Come dice il Salmista: “Anche il passero trova la casa, la rondine il nido . . . presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio” (Sal 83[84], 4). Queste parole stabiliscono con chiarezza l’orientamento della vita e dell’attività della comunità parrocchiale. Quanto avviene in essa deve compiersi “presso gli altari”, deve condurre verso l’altare. La vita delle comunità che operano nella parrocchia – sia di quelle legate direttamente con la liturgia, la catechesi o la preghiera, che anche di quelle che promuovono la cultura o lo sport – è veramente fruttuosa, veramente edifica l’uomo, se in definitiva l’avvicina a Cristo, a questo Cristo che si offre sull’altare in sacrificio al Padre e si dona totalmente agli uomini, per santificarli. Auguro ai pastori, alle religiose, a tutto il popolo di Dio di questa parrocchia e a tutte le comunità parrocchiali della Chiesa in Polonia, che il fedele perseverare accanto a Cristo presente nell’Eucaristia, fruttifichi con la felicità nella vita di ognuno di voi. “Beato chi abita la tua casa: sempre canta le tue lodi!” (Sal 83[84], 5).

3. Guardo da questa chiesa Cracovia, la mia diletta città. Ho nella memoria tutti i quartieri, tutte le parrocchie, che visitavo come Pastore dell’Arcidiocesi. Da quel tempo sono sorte alcune decine di nuove chiese, che allora erano soltanto nei desideri e nei progetti dell’Arcivescovo. Al mio successore è stato dato di realizzarle e di benedirle. Rendo grazie alla divina Provvidenza per tutte queste nuove parrocchie di Cracovia e di Nowa Huta, che già esistono o che, grazie alla benevolenza delle autorità locali, stanno ora sorgendo là dove ce n’è bisogno. Le abbraccio tutte con il cuore e con la preghiera.

Alla fine voglio aggiungere una cosa che non è scritta su questo foglio. Sono sicuro che la regina Edvige sapeva degli scout di Krowodrza e ha deciso di associarsi a loro. Ha fatto bene. Ha dovuto aspettare la canonizzazione 600 anni. Da quando si è associata agli scout di Krowodrza, tutto è fatto.

Desidero ancora rivolgermi ai gruppi che si trovano fuori della chiesa con i loro stendardi. Nella maggior parte sono stendardi dell’Armata Nazionale. Visto che mi hanno augurato molta salute, voglio dire loro che sono stato in ospedale ma non mi hanno voluto trattenere. Mi hanno lasciato andare e si sono presi solo il nome e il cognome e ora li useranno sempre.

Affido alla protezione piena d’amore di santa Edvige Regina voi qui presenti, la vostra parrocchia e tutte le parrocchie in Polonia e di cuore tutti benedico.

 

© Copyright 1997 – Libreria Editrice Vaticana