Ingresso al Tempio di Maria (21 novembre)

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Abbiamo inserito questa ricorrenza per il mese di novembre, per ricordare il debito di fratellanza  che abbiamo con il popolo Ebraico e con le sue tradizioni religiose. Gioacchino ed Anna presentano la piccola Maria al sacerdote perché la accolga nel Tempio. La Vergine ed il tempio si identificano: Maria vive all’interno del Santuario come Gesù vivrà all’interno del suo corpo; la divinità di Cristo si nasconde così interamente nell’umanità, secondo la logica dell’incarnazione. Anche il velo del Santo dei Santi che la Vergine sta tessendo quando riceve l’annuncio di Gabriele rappresenta Cristo intessuto nel suo seno. La festa istituita nel 543, si diffonderà nel VII secolo.

TROPARIO:

“Oggi è il preludio della benevolenza del Signore * e il primo annuncio della salvezza degli uomini.* Nel tempio di Dio chiaramente si mostra la Vergine * e il Cristo a tutti è preannunciato.* A lei anche noi a gran voce esclamiamo: *Salve, dell’economia del Creatore, il compimento.

LETTURE:

  • Esodo 40, 1-5, 9-10, 16, 34-35; III Re 8, 1-7, 9-11; Ez. 43, 27-44, 4
  • Ebr. 9, 1-7
  • Lc. 8, 38-42, 11, 27-28

PREGHIERE:

“Il purissimo tempio del Salvatore * il preziosissimo talamo e verginale, * il sacro tesoro della gloria di Dio, * oggi è introdotto * nella Casa del Signore, * introducendovi insieme la grazia, * in Spirito Divino, * a lei inneggiano gli Angeli di Dio * Ella diviene,* dimora celeste.” (Kontakion della Festa)

“Oggi, fedeli, danziamo cantando con salmi e inni al Signore, venerando anche la sua dimora santificata, l’arca animata che accolse l‘incontenibile Verbo: soprannaturalmente infatti si offre a Dio, ancora bambina nella carne e il grande sacerdote Zaccaria lieto l’accoglie come dimora di Dio.”

“Gioiose le fanciulle, reggendo le loro lampade, precedono oggi la lampada spirituale e santamente la introducono nel Santo dei santi, prefigurando il futuro inesprimibile splendore che da lei rifulgerà e con lo Spirito illuminerà quanti sono nelle tenebre dell’ignoranza.” (Stichirà del Vespero)

“Esulti oggi il cielo dall’alto e le nubi piovano la gioia sui prodigi straordinari del nostro Dio: ecco, infatti, la porta che guarda a oriente, sorta da ventre sterile secondo la promessa di Dio, a lui consacrata perché ne facesse la sua dimora, oggi è presentata al tempio come offerta purissima. Al suono del salterio esulti Davide: al suo seguito, disse, vergini sono condotte al Re, si conducono le compagne a lei destinate; nel tabernacolo di Dio, nel suo santuario, all’interno, sarà elevata per essere dimora di colui che prima dei secoli nacque ineffabilmente dal Padre per la salvezza delle nostre anime.” (Stichirà della litì)

“Salve, cielo e terra, che contemplate il cielo spirituale, la sola vergine senza macchia, che viene alla casa divina per esservi santamente allevata; attonito, così Zaccaria a lei esclama: Porta del Signore, io ti apro le porte del tempio, in esso aggirati gioiosa; io so e credo che già la redenzione d’Israele sta per venire visibilmente e che da te sarà partorito il Dio Verbo, che dona al mondo la grande misericordia.” (Stichirà prosomia)

“Ascolta, Vergine giovinetta pura: dica Gabriele il disegno antico e veritiero dell’Altissimo; apprèstati ad accogliere Dio, perché grazie a te l’immenso abiterà con i mortali; per questo gioioso acclamo: Benedite, opere tutte del Signore, il Signore.”

“Conducendo un tempo alla casa di Dio il tempio senza macchia, Anna con fede disse al sacerdote a gran voce: Accogli la figlia che anche a me da Dio è stata data, introducila nel tempio del tuo Creatore e a lui canta gioioso: Benedite, opere tutte del Signore, il Signore.” (Ode 8 del Mattutino)

Intenzioni di preghiera e meditazione proposta dal Monastero Santa Barbara.

[box type=”info” align=”” class=”” width=””]Ogni proposta mensile presenterà la festa che ricorre, il suo Tropario, le relative Letture dall’Antico e Nuovo Testamento, alcuni testi tratti dalla innologia della festa.[/box]

[box type=”note” align=”” class=”” width=””]TROPARIO: Nella liturgia bizantina, breve preghiera ritmica composta di pochissime frasi. È l’elemento costitutivo dell’innografia greca cristiana. Se ne hanno diverse forme, variamente classificabili a seconda del contenuto, o per il posto che occupano nell’Ufficio: la principale è l’apolytìkion, che si recita alla fine dell’officiatura e riassume l’oggetto del mistero o le virtù di un santo.[/box]