don Luigi Maria Epicoco – Novena a San Giuseppe – Quarto Giorno

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“Devo essere sincero. Un po’ mi vergogno a rilasciare questa intervista, specie per la brutta figura che abbiamo fatto con Giuseppe e la sua bellissima sposa. Far nascere un bambino dentro una stalla non è proprio il massimo dell’accoglienza per un paesino come il nostro Betlemme.

Ma non era cattiva volontà, era vero che c’era il pienone ovunque. Fu mia la battuta in cui dissi a Giuseppe quasi scherzando per togliermelo di torno: “Ho una stalla a cinque stelle, la vuoi?”. Non immaginavo che mi rispondesse di si. Fui costretto a prendere la lanterna e ad accompagnarlo fino al campo dove era situata. Roba da pecore e capre, non certo per donne che stanno per partorire.

Ma Giuseppe con una forza e una dignità estrema si mise subito a spazzare, pulire, ordinare. In pochissimo tempo trasformò quella stalla in una piccola regia fatta di paglia pulita, mangiatoia culla, e riscaldamenti incorporati (bue e asinello). Maria era visibilmente sofferente. Lui la prese in braccio e la portò dentro. Da quel momento in poi lo vidi diventare teso e pallido. Sudava anche se era inverno. Si sforzava di sorridere, ma si vedeva che era agitato. Poi chiuse gli occhi e recitò un salmo: “Il Signore è il mio pastore non manco di nulla…”.

Io non sono mai stato bravo con la religione, ma lui lo conosceva bene. Mi sentivo in colpa perché non potevo fare di più, ma alla fine andò tutto bene. Venne al mondo un bambino bellissimo. Cercai di scusarmi dicendo che non era colpa mia, ma Giuseppe mi interruppe e mi ringraziò dicendomi che quando si ama qualcuno si diventa creativi anche con mezzi poveri.

Allora lui non era un creativo, era davvero un genio dell’amore. Fu grazie al restyle di quella stalla che cominciammo l’attività B&B nelle nostre campagne. In poco tempo mi presi involontariamente i meriti di quella storia, e mi fecero sindaco. Ma io l’ho sempre detto che non era merito mio.

Scrivilo questo, mi raccomando!!”

(Intervista ad Elhi, sindaco di Betlemme).

 Salve Custode del Redentore
e Sposo della Vergine Maria.
A te Dio affidò il Suo Figlio.
In te Maria ripose la Sua fiducia.
Con te Cristo diventò uomo.
O beato Giuseppe,
mostrati padre anche per noi,
e guidaci nel cammino della vita.
Ottienici Grazia, Misericordia e Coraggio,
e difendici da ogni male. Amen

don Luigi Maria Epicoco

San Giuseppe, è lo sposo di Maria e il padre putativo di Gesù, e nella Bibbia è definito come uomo Giusto. Fu dichiarato patrono della Chiesa universale dal beato Pio IX l’8 dicembre 1870.
La Novena è una preghiera devozionale che va ad incidere sul rapporto di amicizia che ciascuno di noi può e deve avere con i santi del cielo.

San Giuseppe si può “pregare” quindi per chiedere aiuto sul lavoro, in famiglia, sulle case e per una buona morte.

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La novena a San Giuseppe è da recitare per nove giorni consecutivi a partire dal 10 marzo (in preparazione alla festa di San Giuseppe del 19 marzo) o dal 22 aprile (in preparazione alla festa di San Giuseppe Lavoratore del 1 maggio) o tutte le volte che si desidera esprimere la propria devozione a San Giuseppe o si desidera chiedere una grazia al Signore per intercessione del Santo o per dire grazie a San Giuseppe per le grazie già ricevute.
Le novene devono essere recitate per nove giorni consecutivi senza interruzioni; se un giorno ci si dimenticasse di recitarle, è necessario ricominciare da capo, non perché siano formule magiche, ma per esercitare la nostra costanza e fedeltà nella preghiera. (Fonte)