MESSAGGIO PER LA 44ยช GIORNATA NAZIONALE PER LA VITA

6 febbraio 2022

CUSTODIRE OGNI VITA

โ€œIl Signore Dio prese lโ€™uomo e lo pose nel giardino di Eden, perchรฉ lo coltivasse e lo custodisseโ€ (Gen 2,15).

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Al di lร  di ogni illusione di onnipotenza e autosufficienza, la pandemia ha messo in luce numerose fragilitร  a livello personale, comunitario e sociale. Non si รจ trattato quasi mai di fenomeni nuovi; ne emerge perรฒ con rinnovata consapevolezza lโ€™evidenza che la vita ha bisogno di essere custodita. Abbiamo capito che nessuno puรฒ bastare a sรฉ stesso: โ€œLa lezione della recente pandemia, se vogliamo essere onesti, รจ la consapevolezza di essere una comunitร  mondiale che naviga sulla stessa barca, dove il male di uno va a danno di tutti. Ci siamo ricordati che nessuno si salva da solo, che ci si puรฒ salvare unicamente insiemeโ€ (Papa Francesco, Omelia, 20 ottobre 2020). Ciascuno ha bisogno che qualcun altro si prenda cura di lui, che custodisca la sua vita dal male, dal bisogno, dalla solitudine, dalla disperazione.

Questo รจ vero per tutti, ma riguarda in maniera particolare le categorie piรน deboli, che nella pandemia hanno sofferto di piรน e che porteranno piรน a lungo di altre il peso delle conseguenze che tale fenomeno sta comportando.

Il nostro pensiero va innanzitutto alle nuove generazioni e agli anziani. Le prime, pur risultando tra quelle meno colpite dal virus, hanno subito importanti contraccolpi psicologici, con lโ€™aumento esponenziale di diversi disturbi della crescita; molti adolescenti e giovani, inoltre, non riescono tuttora a guardare con fiducia al proprio futuro. Anche le giovani famiglie hanno avuto ripercussioni negative dalla crisi pandemica, come dimostra lโ€™ulteriore picco della denatalitร  raggiunto nel 2020-2021, segno evidente di crescente incertezza. Tra le persone anziane, vittime in gran numero del Covid-19, non poche si trovano ancora oggi in una condizione di solitudine e paura, faticando a ritrovare motivazioni ed energie per uscire di casa e ristabilire relazioni aperte con gli altri. Quelle poi che vivono una situazione di infermitร  subiscono un isolamento anche maggiore, nel quale diventa piรน difficile affrontare con serenitร  la vecchiaia. Nelle strutture residenziali le precauzioni adottate per preservare gli ospiti dal contagio hanno comportato notevoli limitazioni alle relazioni, che solo ora si vanno progressivamente ripristinando.

Anche le fragilitร  sociali sono state acuite, con lโ€™aumento delle famiglie โ€“ specialmente giovani e numerose – in situazione di povertร  assoluta, della disoccupazione e del precariato, della conflittualitร  domestica. Il Rapporto 2021 di Caritas italiana ha rilevato quasi mezzo milione di nuovi poveri, tra cui emergono donne e giovani, e la presenza di inedite forme di disagio, non tutte legate a fattori economici.

Se poi il nostro sguardo si allarga, non possiamo fare a meno di notare che, come sempre accade, le conseguenze della pandemia sono ancora piรน gravi nei popoli poveri, ancora assai lontani dal livello di profilassi raggiunto nei Paesi ricchi grazie alla vaccinazione di massa.

Dinanzi a tale situazione, Papa Francesco ci ha offerto San Giuseppe come modello di coloro che si impegnano nel custodire la vita: โ€œTutti possono trovare in San Giuseppe, lโ€™uomo che passa inosservato, lโ€™uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltร โ€ (Patris Corde). Nelle diverse circostanze della sua vicenda familiare, egli costantemente e in molti modi si prende cura delle persone che ha intorno, in obbedienza al volere di Dio. Pur rimanendo nellโ€™ombra, svolge unโ€™azione decisiva nella storia della salvezza, tanto da essere invocato come custode e patrono della Chiesa.

Sin dai primi giorni della pandemia moltissime persone si sono impegnate a custodire ogni vita, sia nellโ€™esercizio della professione, sia nelle diverse espressioni del volontariato, sia nelle forme semplici del vicinato solidale. Alcuni hanno pagato un prezzo molto alto per la loro generosa dedizione. A tutti va la nostra gratitudine e il nostro incoraggiamento: sono loro la parte migliore della Chiesa e del Paese; a loro รจ legata la speranza di una ripartenza che ci renda davvero migliori.

Non sono mancate, tuttavia, manifestazioni di egoismo, indifferenza e irresponsabilitร , caratterizzate spesso da una malintesa affermazione di libertร  e da una distorta concezione dei diritti. Molto spesso si รจ trattato di persone comprensibilmente impaurite e confuse, anchโ€™esse in fondo vittime della pandemia; in altri casi, perรฒ, tali comportamenti e discorsi hanno espresso una visione della persona umana e dei rapporti sociali assai lontana dal Vangelo e dallo spirito della Costituzione. Anche la riaffermazione del โ€œdiritto allโ€™abortoโ€ e la prospettiva di un referendum per depenalizzare lโ€™omicidio del consenziente vanno nella medesima direzione. โ€œSenza voler entrare nelle importanti questioni giuridiche implicate, รจ necessario ribadire che non vi รจ espressione di compassione nellโ€™aiutare a morire, ma il prevalere di una concezione antropologica e nichilista in cui non trovano piรน spazio nรฉ la speranza nรฉ le relazioni interpersonali. [โ€ฆ] Chi soffre va accompagnato e aiutato a ritrovare ragioni di vita; occorre chiedere lโ€™applicazione della legge sulle cure palliative e la terapia del doloreโ€ (Card. G. Bassetti, Introduzione ai lavori del Consiglio Episcopale Permanente, 27 settembre 2021). Il vero diritto da rivendicare รจ quello che ogni vita, terminale o nascente, sia adeguatamente custodita. Mettere termine a unโ€™esistenza non รจ mai una vittoria, nรฉ della libertร , nรฉ dellโ€™umanitร , nรฉ della democrazia: รจ quasi sempre il tragico esito di persone lasciate sole con i loro problemi e la loro disperazione.

La risposta che ogni vita fragile silenziosamente sollecita รจ quella della custodia. Come comunitร  cristiana facciamo continuamente lโ€™esperienza che quando una persona รจ accolta, accompagnata, sostenuta, incoraggiata, ogni problema puรฒ essere superato o comunque fronteggiato con coraggio e speranza.

โ€œCustodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato! La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che eฬ€ semplicemente umana, riguarda tutti. Eฬ€ il custodire lโ€™intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco dโ€™Assisi: eฬ€ lโ€™avere rispetto per ogni creatura di Dio e per lโ€™ambiente in cui viviamo. Eฬ€ il custodire la gente, lโ€™aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono piรน fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. Eฬ€ lโ€™aver cura lโ€™uno dellโ€™altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. Eฬ€ il vivere con sinceritร  le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel beneโ€ (Papa Francesco, Omelia, 19 marzo 2013).

Le persone, le famiglie, le comunitร  e le istituzioni non si sottraggano a questo compito, imboccando ipocrite scorciatoie, ma si impegnino sempre piรน seriamente a custodire ogni vita. Potremo cosรฌ affermare che la lezione della pandemia non sarร  andata sprecata.

Roma, 28 settembre 2021

IL CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Fonte (con file PDF del poster)