Aprite le porte alla Vita
Desiderio di vita sensata
- โChe cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?โ (Mt 19,16). La domanda che il giovane rivolge a Gesรน ce la poniamo tutti, anche se non sempre la lasciamo affiorare con chiarezza: rimane sommersa dalle preoccupazioni quotidiane. Nellโanelito di quellโuomo traspare il desiderio di trovare un senso convincente allโesistenza.
Gesรน ascolta la domanda, lโaccoglie e risponde: โSe vuoi entrare nella vita osserva i comandamentiโ (v. 17). La risposta introduce un cambiamento โ da avere a entrare โ che comporta un capovolgimento radicale dello sguardo: la vita non รจ un oggetto da possedere o un manufatto da produrre, รจ piuttosto una promessa di bene, a cui possiamo partecipare, decidendo di aprirle le porte. Cosรฌ la vita nel tempo รจ segno della vita eterna, che dice la destinazione verso cui siamo incamminati.
Dalla riconoscenza alla cura
- ร solo vivendo in prima persona questa esperienza che la logica della nostra esistenza puรฒ cambiare e spalancare le porte a ogni vita che nasce. Per questo papa Francesco ci dice: โLโappartenenza originaria alla carne precede e rende possibile ogni ulteriore consapevolezza e riflessioneโ[1]. Allโinizio cโรจ lo stupore. Tutto nasce dalla meraviglia e poi pian piano ci si rende conto che non siamo lโorigine di noi stessi. โPossiamo solo diventare consapevoli di essere in vita una volta che giร lโabbiamo ricevuta, prima di ogni nostra intenzione e decisione. Vivere significa necessariamente essere figli, accolti e curati, anche se talvolta in modo inadeguatoโ[2].
ร vero. Non tutti fanno lโesperienza di essere accolti da coloro che li hanno generati: numerose sono le forme di aborto, di abbandono, di maltrattamento e di abuso.
Davanti a queste azioni disumane ogni persona prova un senso di ribellione o di vergogna. Dietro a questi sentimenti si nasconde lโattesa delusa e tradita, ma puรฒ fiorire anche la speranza radicale di far fruttare i talenti ricevuti (cfr. Mt 25, 16-30). Solo cosรฌ si puรฒ diventare responsabili verso gli altri e โgettare un ponte tra quella cura che si รจ ricevuta fin dallโinizio della vita, e che ha consentito ad essa di dispiegarsi in tutto lโarco del suo svolgersi, e la cura da prestare responsabilmente agli altriโ[3].
Se diventiamo consapevoli e riconoscenti della porta che ci รจ stata aperta, e di cui la nostra carne, con le sue relazioni e incontri, รจ testimonianza, potremo aprire la porta agli altri viventi. Nasce da qui lโimpegno di custodire e proteggere la vita umana dallโinizio fino al suo naturale termine e di combattere ogni forma di violazione della dignitร , anche quando รจ in gioco la tecnologia o lโeconomia.
La cura del corpo, in questo modo, non cade nellโidolatria o nel ripiegamento su noi stessi, ma diventa la porta che ci apre a uno sguardo rinnovato sul mondo intero: i rapporti con gli altri e il creato[4].
Ospitare lโimprevedibile
- Sarร lasciandoci coinvolgere e partecipando con gratitudine a questa esperienza che potremo andare oltre quella chiusura che si manifesta nella nostra societร ad ogni livello. Incrementando la fiducia, la solidarietร e lโospitalitร reciproca potremo spalancare le porte ad ogni novitร e resistere alla tentazione di arrendersi alle varie forme di eutanasia[5].
Lโospitalitร della vita รจ una legge fondamentale: siamo stati ospitati per imparare ad ospitare. Ogni situazione che incontriamo ci confronta con una differenza che va riconosciuta e valorizzata, non eliminata, anche se puรฒ scompaginare i nostri equilibri.
ร questa lโunica via attraverso cui, dal seme che muore, possono nascere e maturare i frutti (cf Gv 12,24). ร lโunica via perchรฉ la uguale dignitร di ogni persona possa essere rispettata e promossa, anche lร dove si manifesta piรน vulnerabile e fragile. Qui infatti emerge con chiarezza che non รจ possibile vivere se non riconoscendoci affidati gli uni agli altri. Il frutto del Vangelo รจ la fraternitร .
[1] ย Papa Francesco, Humana communitas. Lettera per il XXV anniversario della istituzione della Pontificia Accademia per la Vita, 6 gennaio 2019, 9.
[2] ย Ibidem.
[3] ย Ibidem.
[4] ย Cfr. Papa Francesco, Enciclica Laudato siโ, 155: โLโaccettazione del proprio corpo come dono di Dio รจ necessaria per accogliere e accetยญtare il mondo intero come dono del Padre e casa comune; invece una logica di dominio sul proยญprio corpo si trasforma in una logica a volte sottiยญle di dominio sul creato. Imparare ad accogliere il proprio corpo, ad averne cura e a rispettare i suoi significati รจ essenziale per una vera ecologia umaยญnaโ
[5] ย Cfr. Papa Francesco, Discorso ai membri dellโassociazione italiana di oncologia (AIOM), 2 settembre 2019.