Commento alla lettera agli Efesini Ef 6, 21-24 – don Giovanni Nicolini

1217

Ef 6, 21-24
21
Tìchico – fratello carissimo e fedele ministro nel Signore – vi darà notizie di tutto quello che io faccio, affinché sappiate anche voi ciò che mi riguarda. 22 Ve lo mando proprio allo scopo di farvi avere mie notizie e per confortare i vostri cuori. 23 Ai fratelli pace e carità con fede da parte di Dio Padre e del Signore Gesù Cristo. 24 La grazia sia con tutti quelli che amano il Signore nostro Gesù Cristo con amore incorruttibile.

COMMENTO DI don GIOVANNI

Quest’ultima Parola della nostra meravigliosa Lettera agli Efesini mi ha proprio conquistato il cuore. La mente e il cuore! Siamo tutti partecipi dell’esperienza che oggi Paolo ci consegna, e che cerchiamo ora di mettere in evidenza. Chiamerei questa conclusione della Lettera : “La gioia delle Buone Notizie”!

Presentando Tichico, latore della sua Lettera, l’Apostolo dice di averlo mandato “affinchè sappiate anche voi ciò che mi riguarda e quello che faccio, tutte queste cose le renderà note a voi Tichico l’amato fratello e il fedele diacono nel Signore”. Ho provato a mandarvi questa traduzione più letterale del ver.21, cui segue, al ver.22: “Ve lo mando proprio per questo, perché sappiate di noi e consoli i vostri cuori”.

Con un certo tremore provo a dirvi che cosa per me significa questa affermazione! Il tremore è dovuto al fatto che mi sembra di “osare” molto!

Mi sembra infatti che qui siamo nel punto in cui “il Vangelo” diventa “il nostro Vangelo” o “il Vangelo per noi”! E’ un’esperienza che mi sembra di incontrare molto spesso nella mia vita, e che spero anche tutti voi incontriate!

E’ quando si vede il Vangelo fiorire nei nostri cari, e si vedono i nostri cari visitati e illuminati dal Vangelo! Possano i discepoli di Efeso conoscere e vedere come la Buona Notizia di Gesù – il “Vangelo”! – fiorisca in Paolo e nelle persone che sono con lui!

Io devo però confessarvi che non sempre vedo questo “Vangelo nella nostra storia”, e non perché non ci sia, ma perché per vederlo ci vuole un cuore umile e casto: quello che io non ho! Ma quando il Signore, nella sua infinita pazienza con me e nella sua divina misericordia, mi illumina malgrado quello che sono, anch’io entro in questa commossa gioia del Vangelo! Allora, con commosso stupore, vedo il Vangelo fiorire intorno a me e persino nel mio cuore.

E questo è l’augurio che desidero fare a ciascuno di voi e a tutti voi, mentre ci congediamo da questa divina Lettera, scritta tanto tempo fa per i cristiani di Efeso, e scritta a noi e per noi in queste settimane, per la nostra conversione e la nostra gioia.

Domani, se Dio vuole, entreremo nell’evento sublime del Vangelo secondo Giovanni. E stiamo aspettando anche il dono della Pentecoste! Allora il prete di S.Antonio da Padova alla Dozza fa sua l’espressione così presente nel dialetto della mia terra: “Troppa grazia, Sant’Antonio!”.

Dio ti benedica.  E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.