Robert Cheaib – Pregare in briciole. Un metodo semplice per vivere la preghiera

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Pregare in briciole
Pregare in briciole. Un metodo semplice per vivere la preghiera

«Vegliate e pregate», ci esorta Gesù. «Pregate ininterrottamente», precisa Paolo. Pregare è fondamentale. Ma quanto è difficile trovare il tempo per pregare e rimanere perseveranti nella preghiera. Come trovare il tempo per la preghiera? Come pregare? Questo libro, nato dalla pratica, propone un metodo semplice per rispondere a queste due domande cruciali.

L’intento non è di fornire un trattato teorico, bensì una griglia per accompagnare la preghiera quotidiana. Il fine non è quello di dire preghiere, ma di vivere la preghiera continua. In altri termini, aspirare a vivere l’esperienza di san Francesco, di cui dice il Celano: «Francesco non pregava, Francesco era diventato preghiera».

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Leggi un piccolo brano tratto dal libro

Stare a casa, avere uno spazio personale non è sempre possibile. Tanti di noi passano più di due ore per strada andando e tornando dal lavoro. Questo tempo è solitamente impiegato a scorrere lo schermo del telefonino, oppure a guardare nel vuoto. Da pendolare per tanti anni, erano gli scenari più comuni che vedevo.

Quella “luce blu” del telefonino ci ruba un tempo prezioso che possiamo dedicare al Cielo che è nella nostra anima. Bisogna crearsi l’abitudine di entrare in questo Cielo che è in noi. Abbiamo un mezzo di comunione e di comunicazione che non ha bisogno di un caricatore, ma che è esso stesso fonte di una grande carica, è «una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna» . Non ha bisogno di aggiornamenti software, ma esso stesso ci rinnova perché «se uno è in Cristo, è una nuova creatura» . Approfittiamo di questa grande opportunità. È letteralmente una opportunità dal cielo e una fortuna da Dio!

Penso che due frasi dal diario di Etty Hillesum spieghino molto meglio di me cosa si intenda con santuario ambulante. Etty parla di quanta fatica faceva inizialmente a stare in silenzio e in solitudine e passa poi a narrare la fecondità che ha scoperto quando ha esplorato la propria interiorità, la sua stanza interiore. «Adesso – scrive la Hillesum – quella “stanza silenziosa”, per così dire, la porto sempre con me, e mi ci posso ritirare a ogni istante, sia che mi trovi in un tram pieno di gente sia nel mezzo della confusione in città» .

Il santuario ambulante sei proprio tu!

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