LIBRO – Pregare Dio per i vivi e per morti

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La preghiera come relazione e solidarietà con il mondo

Le riflessioni della teologa Cristina Simonelli nel nuovo libro EMI

Pregare Dio per i vivi e per morti

Pregare-Dio-per-i-vivi-e-pePer chi preghiamo? Perché domandiamo a Dio il bene per noi e per gli altri? Quale è il vero significato del gesto della preghiera come opera di misericordia?

Cristina Simonelli, figura di spicco della teologia italiana e presidente del Coordinamento teologhe italiane, risponde a queste domande nel suo nuovo libro Pregare Dio per i vivi e per i morti. La misericordia è l’incendio del cuore (Editrice Missionaria Italiana, in libreria da giovedì 17 marzo). Il testo rientra nella collana «Fare misericordia», dedicata alle opere di misericordia e predisposta per l’Anno giubilare.

Secondo l’affermata teologa, pregare in quanto opera di misericordia può essere per altri solo se è espressione di sé. È, prima di tutto, una «relazione», un «lasciarsi trasformare nella domanda e nella persona» per trovare pace e solidarietà con il mondo, insegnandoci a superare persino quegli istinti egoistici che alle volte guidano le nostre intenzioni di preghiera. Tuttavia, è in una figura come quella di Madeleine Delbrêl, che dedicò tutta la sua vita ai poveri delle banlieue parigine e che visse la sua santità sulla strada, che l’Autrice ritrova l’incarnazione autentica della spiritualità della preghiera. È così che «ogni luogo feriale può essere grotta della misericordia, ricevuta e restituita come preghiera per ognuno, per i vivi e per i morti».

In questa riflessione c’è spazio anche per l’intellettuale femminista Judith Butler, dalla quale Simonelli prende ispirazione per definire la pratica «di portare addosso gli insulti» di cui spesso sono vittime le vite dispensabili discriminate sulla base dell’etnia, del genere o dell’orientamento sessuale, «per falsificarli e rovesciarli». Tale gesto, segno profondo di misericordia, non deve essere compiuto nel nome di una sterile difesa dei diritti degli esclusi o per «sentirsi eroici e buoni», ma soprattutto, conclude Simonelli, nel nome della preghiera e della compassione anche verso i nemici, accettando il conflitto e portandolo con sé come atto ultimo di misericordia.

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L’AUTRICE

Cristina Simonelli (Firenze 1956) è presidente del Coordinamento teologhe italiane. Insegna teologia patristica a Verona e a Milano. Per oltre trent’anni ha vissuto in un accampamento Rom. Ha commentato l’enciclica Laudato si’ per le Edizioni Piemme.

Cristina Simonelli, Pregare Dio per i vivi e per i morti. La misericordia è l’incendio del cuore, Collana Fare misericordia, Editrice Missionaria Italiana, pp. 64, euro 7,00

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