La «follia» di Dio e la «sapienza» dell’uomo. Percorsi tra theologia e «spirito dei tempi»

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Il libro che è nelle mani del Lettore gli fa intraprendere un viaggio. Un viaggio tra due logiche strettamente legate a due atteggiamenti di vita, a due scelte di vita: se scegliamo l’amore disinteressato come stella polare dell’esistere, la nostra conoscenza – la nostra logica vedrà la realtà come frutto di un amore signorile, divino, come uno splendido dono con cui il Dio amante dell’uomo lo attira nelle sue reti di amore; se invece scegliamo l’attorcigliamento nel cordone ombelicale dell’ego, la nostra conoscenza – la nostra logica vedrà la realtà come effetto di conflitti e di guerre, dove a sopravvivere sarà sempre il più forte e il più debole a soccombere, dove l’unica legge sarà l’utile proprio.

La Chiesa, con la sua teologia che è solo sperimentale, si pone precisamente come il luogo di grazia in cui la logica del “secolo presente” volontariamente si immerge e muore, per risorgere come logica del secolo venturo. Deponi nelle acque della Chiesa una logica – quella che guarda al mondo esclusivamente come a una macchina che si è fatta da sé e si evolve obbedendo alla legge della casualità, e all’uomo come quark che si uniscono per costruire atomi, molecole e cellule e ne indossi un’altra – quella logica che ravvisa nel mondo un gioiello, una creatura in cui vibrano i palpiti segreti di un Amore infinito, e nell’uomo un essere che ha, per archetipo, il Logos stesso di Dio e, per fratelli, i miliardi di volti che popolano la terra. L’Autore attraversa queste due logiche (logiche che lo hanno personalmente attraversato).

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