Ordine dei Carmelitani – Commento al Vangelo del 1 Aprile 2019 – Gv 4, 43-54

Gesù era uscito dalla Galilea, e si dirigeva verso la Giudea, per arrivare fino a Gerusalemme in occasione della festa (Gv 4,45) e, passando per la Samaria, si dirigeva di nuovo verso la Galilea (Gv 4,3-4). Ai giudei osservanti era proibito passare per la Samaria, e non potevano nemmeno parlare con i samaritani (Gv 4,9). A Gesù non importano queste norme che impediscono l’amicizia e il dialogo. Rimase vari giorni in Samaria e molta gente si convertì (Gv 4,40). Dopo ciò si decise a ritornare in Galilea.

Giovanni 4,43-46ª: Il ritorno verso la Galilea. Pur sapendo che la gente di Galilea guardava verso di lui con un certo riserbo, Gesù volle ritornare alla sua terra. Probabilmente Giovanni si riferisce alla brutta accoglienza che Gesù riceverà a Nazaret della Galilea.

Gesù stesso aveva detto: “Nessun profeta è ben accetto in patria” (Lc 4,24). Però ora, dinanzi all’evidenza dei segnali di Gesù, i galilei cambiarono la loro opinione e lo accolsero bene. Gesù ritorna a Cana, dove aveva operato il primo “segnale” (Gv 2,11).

Giovanni 4,46b-47: La richiesta di un funzionario del re. Si tratta di un pagano. Poco prima, nella Samaria, Gesù aveva parlato con una samaritana, persona eretica secondo i giudei, a cui Gesù rivelerà la sua condizione di messia (Gv 4,26). Ed ora, in Galilea, lui riceve un pagano, funzionario del Re, che cercava aiuto per il figlio malato. Gesù non si limita alla sua razza, né alla sua religione. E’ ecumenico ed accoglie tutti.

Giovanni 4,48: La risposta di Gesù al funzionario. Il funzionario voleva che Gesù andasse con lui fino alla sua casa per curare il figlio. Gesù risponde: “Se voi non vedete segnali e prodigi voi non credete!” Risposta dura e strana. Perché Gesù risponde così? Qual era il difetto della richiesta del funzionario? Cosa voleva raggiungere Gesù con questa risposta? Gesù vuole insegnare come deve essere la fede. Il funzionario del re crederebbe solo se Gesù fosse con lui fino alla sua casa. Lui voleva vedere Gesù che curava. In definitiva, questo è l’atteggiamento normale di tutti noi. Noi non ci rendiamo conto della deficienza della nostra fede.

Giovanni 4,49-50: Il funzionario ripete la richiesta e Gesù ripete la risposta. Malgrado la risposta di Gesù, l’uomo non tace e ripete la stessa richiesta: “Signore, scendi prima che il mio bambino muoia!” Gesù continua nella sua posizione. Non risponde alla richiesta e non va a casa con l’uomo e gli ripete la stessa risposta, ma formulata in modo diverso: “Vai! Tuo figlio è vivo!” Sia nella prima risposta come pure nella seconda risposta, Gesù chiede fede, molta fede. Chiede che il funzionario creda che il figlio è già curato. Ed il vero miracolo avviene! Senza vedere nessun segnale, né nessun prodigio, l’uomo crede nella parola di Gesù e ritorna a casa. Non deve essere stato facile. Questo è il vero miracolo della fede; credere senza nessun’altra garanzia, eccetto la Parola di Gesù. L’ideale è credere nella parola di Gesù, anche senza vedere (cf Gv 20,29).

Giovanni 4,51-53: Il risultato della fede nella parola di Gesù. Quando l’uomo va verso la sua casa, gli impiegati lo vedono e gli corrono incontro per dirgli che il figlio era guarito. Lui si informò sull’ora in cui era guarito e scoprì che era esattamente l’ora in cui aveva detto: “Tuo figlio vive!” Lui ebbe la conferma della sua fede.

Giovanni 4,54: Un riassunto da parte di Giovanni, l’evangelista. Giovanni termina dicendo: “Questo fu il secondo segnale che Gesù fece”. Giovanni preferisce parlare di segnale e non di miracolo. La parola segnale evoca qualcosa che io vedo con gli occhi, ma il cui senso profondo solo la fede mi fa scoprire. La fede è come i Raggi X: fa scoprire ciò che ad occhio nudo non si vede.

Per un confronto personale

Come vivi la tua fede? Hai fiducia nella parola di Gesù o solo credi ai miracoli ed alle esperienze sensibili?

Gesù accoglie le persone eretiche e straniere. Ed io, come mi relaziono con le persone?

Fonte

Gv 4, 43-54
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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