don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 21 Settembre 2022

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Liberarsi dall’amore al guadagno per guadagnare l’Amore che libera

L’evangelista Matteo racconta l’incontro con Gesù e l’inizio del suo discepolato. La narrazione della sua vocazione è preceduta dalla guarigione di un paralitico che, perdonato dai peccati, finalmente si alza dalla barella sulla quale era adagiato e torna a casa con le sue gambe.

L’accostamento delle due scene permette d’interpretare la chiamata al discepolato di Cristo come il momento in cui Matteo, finalmente, sciolto dai legami del peccato dell’avidità che lo teneva legato ai soldi, riacquista la libertà mettendosi alla sequela di Cristo e imparando da lui cosa significa la misericordia.

Come il paralitico, perdonato e guarito, era passato da una condizione di dipendenza alla libertà, così Matteo lascia il banco delle imposte, in cui vige la legge del guadagno, per essere accolto insieme con gli altri pubblicani e peccatori in casa nella quale impara la sapienza ispirata alla benevolenza di Dio, medico dei cuori prima ancora che della carne. Abbandonando l’amore del guadagno si è lasciato conquistare dall’amore contenuto nello sguardo di Gesù e trasmesso attraverso la chiamata a seguirlo.

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Il Maestro offre una visione diversa della vita, rispetto al punto di vista umano, e propone un progetto che non richiede sacrifici ma esige di assumere come regola fondamentale il comandamento dell’amore. Si tratta di cambiare prospettiva e, con essa, anche il motivo per cui vivere: non più per qualcosa da possedere ma per qualcuno da amare. Al centro del banco delle imposte ci sono i soldi che rendono gli uomini avversari tra loro, mentre nel cuore della casa c’è la mensa attorno alla quale siedono persone libere che si trattano come fratelli.

Esse sono tali se vivono la fraternità attorno a Gesù che, raccontando la bontà del Padre con gesti di accoglienza e parole d’incoraggiamento, insegna l’arte del condividere e del tessere relazioni di comunione.

Signore Gesù, medico dell’anima, il tuo sguardo pieno di compassione sia come un raggio di sole, che trafiggendo le nubi, tocchi il cuore e mi faccia alzare gli occhi da me stesso. Guarisci il mio cuore dall’attaccamento ai soldi, dalla dipendenza dell’apparenza estetica, dalla malattia dell’orgoglio e del culto della personalità. Liberami dal peccato che mi condanna a rimanere paralizzato nella mia sete di guadagno mai soddisfatta. Sradicami con la forza della tua Parola dal deserto della solitudine e aiutami ad integrarmi nella comunità dei fratelli con i quali condividere la gioia della comunione. Ispira ad ogni battezzato sentimenti di accoglienza verso tutti affinché chi precede gli altri nel cammino della fede senta il bisogno di non lasciare nessuno indietro o farlo rimanere ai margini della comunità. 

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
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