don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 1 Novembre 2022

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Tutti santi

Risuona oggi festoso l’annuncio del Vangelo: Siete Beati! Siete Santi! Non è un’esortazione o un imperativo ma un’affermazione che indica chi siamo agli occhi di Dio. Questo è il nome che Lui ci dà, il sigillo impresso sulla fronte che dice la nostra appartenenza a Dio come suoi figli e non come schiavi.

Sì, perché Santo è il nome di Dio e santo è anche il nome di ogni figlio dell’uomo. Oggi, celebrando la festa di tutti i Santi gioiamo perché il Signore ci vuole tutti santi, tutti figli suoi, partecipi della sua vita. Non ci sono condizioni previe per ricevere da Dio il suo amore.

Questo è un annuncio di speranza rivolto soprattutto a chi ha smarrito, o rischia di perdere, il senso della vita perché provato dalla sofferenza e indebolito dalle resistenze incontrate nel suo cammino. A volte il peso delle delusioni e dei fallimenti ci fa sentire soli o addirittura abbandonati, condannati e puniti.

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La parola di Gesù è quella del Figlio di Dio che ha provato su di sé tutte le sofferenze, ha lottato contro la tentazione e la morte vincendole con la forza dello Spirito Santo. La nostra speranza non è nel futuro ma nel presente perché il Risorto, il Santo, è sempre con noi e in mezzo a noi. Egli, spezza ancora il pane con noi, ci nutre con il suo Corpo, ci istruisce con la sua Parola e così ci consacra, ovvero ci rende santi, con il suo Spirito.

Santo è chi, pur nelle afflizioni e riconoscendo la sua insufficienza, cerca il volto di Dio per incontrarlo e chiedergli aiuto. Santo è chi, soprattutto nelle tribolazioni causate dalle persecuzioni, sceglie la purezza, la mitezza e la misericordia. Santo è chi, pur rimettendoci di persona, s’impegna per la giustizia e la pace.

La speranza dei santi è la consapevolezza di realizzare già nel presente la comunità dei santi che sarà pienamente compiuta nel futuro. Diventare santo significa vivere nell’oggi da risorti con Cristo sconfiggendo in noi stessi, con la forza dello Spirito, il peccato che ci contrappone e la morte che ci divide.

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La buona battaglia che sostengono i santi si consuma innanzitutto nella propria mente dove si contrappongono lo Spirito dell’amore e quello dell’odio. Da qui la missione del santo nella storia di seminare la cultura del rispetto contro quella del possesso.

La sfida sempre attuale è quella di umanizzare il mondo contrastando la cultura del «tutto è dovuto», con la gratitudine, quella del «tutto è lecito» con il “chiedere permesso” e infine la mentalità del «tutto è giustificato» con l’umile richiesta di perdono.

La santità, quella dei figli di Dio, passa dunque attraverso tre semplici parole, che sono di Dio e dell’uomo: grazie, permesso, scusa.

Commento a cura di don Pasquale Giordano

FonteMater Ecclesiae Bernalda
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