Commento al Vangelo del 24 Giugno 2018 – don Tonino Lasconi

Una meraviglia stupenda

Giovanni il Battista, conosciuto da Dio fin dal seno materno, ci ricorda che anche noi, pur piccolissimi di fronte al più grande fra i nati di donna, siamo pensati da Dio, perciò preziosi ai suoi occhi.
Che la solennità della nascita di San Giovanni Battista prevalga sulla domenica, quando le due date coincidono come quest’anno, dice quanto sia importante quest’uomo per la storia della salvezza e, quindi, per la Chiesa e la liturgia che la celebrano, facendola rivivere nel tempo. Non potrebbe essere diversamente, dal momento che il Battista è il ponte tra la vecchia e la nuova alleanza di Dio con il suo popolo. Il personaggio, però, non ci viene proposto per essere commemorato, osannato (cosa si può di più di quello che ha detto di lui Gesù: “il più grande fra i nati da donna”, Mt 11,11) e nemmeno studiato. Nella celebrazione eucaristica ci viene annunciato come invito a rinnovare e ad approfondire la nostra conversione.
Prendiamo, allora, dalla abbondanza delle letture bibliche (questa festa ha anche la Messa della vigilia) alcuni stimoli per la nostra fede.

La preghiera non va mai persa. Chissà per quanto tempo Zaccaria, insieme alla moglie Elisabetta, avrà pregato e implorato Dio per avere la grazia di un figlio. Poi, quando l’angelo del Signore gli annuncia che la preghiera sua e della moglie è stata esaudita, non ci crede. Il vecchio sacerdote aveva dimenticato che Dio ci esaudisce secondo i suoi tempi e le sue vedute, completamente “altri” rispetto ai nostri.
Chissà quante volte anche noi abbiamo dubitato che Dio ci stesse ascoltando, e chissà quante volte forse abbiamo addirittura smesso di invocarlo, perché ciò che chiedevamo non arrivava. Se è stato, ed è così, Zaccaria ci sia di stimolo: riprendiamo con fiducia a pregare. Nessuna preghiera va persa (ce l’ha assicurato Gesù: “chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”, Mt7,7), però non dobbiamo dimenticare che pregare significa affidarsi alle mani di Dio, non tentare di metterlo nelle nostre.

Tutti pensati e chiamati da Dio. Una verità annunciata con decisione soprattutto dai profeti (Geremia, Isaia…), ma presente ovunque nella Bibbia, e molto spesso proposta dalla liturgia per Gesù e nel ricordo di grandi santi, oggi viene riferita al Battista: “Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni”; “il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome”.
Questo sguardo di Dio che ci vede prima di uscire alla luce, questa chiamata a collaborare con lui valgono anche per noi cristiani piccoli piccoli, dalla fede debole e a volte a fasi alterne, oppure noi nasciamo a lui sconosciuti?
La risposta è chiara e non c’è spazio per alcun dubbio: questo messaggio vale per tutti. Metterci accanto a Giovanni Battista, o a san Paolo, o a qualsiasi altri “grande” della fede non deve spaventarci, ma incoraggiarci. È ammirando la loro grandezza che possiamo e dobbiamo scoprire la nostra, magari lasciata inoperosa, o troppo poco attivata. “Se questi e queste perché non io?”, diceva Agostino prima di diventare un grande nella fede. Forse lo stesso Giovanni si è sentito piccolo piccolo quando nel carcere gli venivano a raccontare ciò che stava facendo Gesù.

“Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda”, ci fa pregare il salmo. Deve essere la nostra costante preghiera, soprattutto quando ci sentiamo inadeguati, dubbiosi sulle nostre capacità, o addirittura sbagliati. Pensiamo a quanti ragazzi e ragazze vanno in depressione perché non reggono il confronto con i più belli, i più bravi, i più ricchi. Pensiamo anche a chi si ammala, a chi invecchia, a chi rimane solo. Non c’è niente e nessuno che possa dare coraggio e fiducia più del riaffermare la fede nel Signore che ci ha pensato, visto, chiamato prima di uscire alla luce. Non c’è niente e nessuno che possa rasserenare più dell’alzare lo sguardo al Signore, e da qualunque situazione di vita, anche da quelle più difficili e scoraggianti, pregare: “Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda”.

Fonte: Paoline

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA

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Battezzate tutti i popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1, 57-66.80

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

Parola del Signore

Fonte: LaSacraBibbia.net

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