Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 30 Maggio 2022

931

Commento al Vangelo di oggi

Il Vangelo di oggi costituisce il terzo discorso di addio che Gesù rivolge ai suoi discepoli prima di lasciare il mondo terreno e ritornare al Padre.

I discepoli si illudono di conoscere ormai il loro Maestro, perché parla apertamente, ossia in modo diretto e risoluto, senza più usare parabole o similitudini, come in precedenza. Hanno capito che Gesù possiede una conoscenza perfetta di tutto e trasmette loro le parole giuste, di cui hanno bisogno, anche senza essere interrogato. La sapienza di Gesù e l’ascolto delle sue parole rassicura i discepoli e trasmette loro fiducia, rendendoli uomini credenti!

Gli Apostoli, però, credono di credere! Essi manifestano la superficialità di coloro che pensano che la fede sia il risultato soltanto di un ascolto astratto e superficiale delle parole del Signore. Non basta sentire le parole: queste devono essere accolte nel proprio cuore. Gesù conosce il loro cuore e la fragilità della loro fede e sa che quando giungerà la sua ora, di fronte alla sua passione, non avranno la volontà di rimanere con lui e lo lasceranno da solo.

Ma non è il loro abbandono a preoccupare Gesù. Egli ribadisce ancora una volta, con forte determinazione, della sua comunione interiore con il Padre che non lo fa sentire mai solo: “Io non sono solo perché il Padre è con me”. Queste parole sono rivelate da Gesù per riaffermare la vitale importanza della fede e della completa fiducia da riporre non nelle nostre fragilità, ma nella sua divina potenza, per farci crescere nella vera conoscenza e nell’amore: egli oggi ripete ancora alla sua Chiesa ed a ciascuno di noi: “Abbiate coraggio: Io ho vinto il mondo!”.

Questa è la pace che Gesù dà a noi, al nostro cuore; la pace che viene da una presenza, da una comunione trinitaria, che mai ci abbandonerà e ci darà la forza per affrontare qualsiasi tribolazione.

Per riflettere

Le domande che nascono spontanee dopo la meditazione del Vangelo di oggi sono molteplici e ci impongono delle profonde riflessioni sulla nostra vita e sul nostro percorso di fede: sappiamo ascoltare veramente le parole di Gesù, accoglierle nel nostro cuore o le sentiamo come sentiamo i tanti rumori intorno a noi ogni giorno? Sappiamo mettere in discussione quotidianamente la nostra fede alla luce del Vangelo? O, alle prime avversità, la nostra fragilità prende il sopravvento e ci allontana dal Signore, abbandonandolo come fecero gli Apostoli?

Preghiera finale

O Signore,

aiutaci ad ascoltare le parole del Tuo figlio

e ad accoglierle nel nostro cuore,

per accrescere la nostra fede.

Rendici forti e coraggiosi

nell’affrontare le tribolazioni della vita.

Tu che conosci le nostre fragilità

e le nostre debolezze,

accompagnaci nel cammino

per raggiungere la pace vera.


AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Centro Diocesano per le Vocazioni di Pisa
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi