Commento al Vangelo del 1 novembre 2017 – Azione Cattolica

L’apertura della scena è solenne. Tutto dice che sta per accadere qualcosa di importante: Gesù proclama il suo programma di vita. Questo programma sarà anche il programma di vita di ogni cristiano. È la pagina del Vangelo più misteriosa e più attraente.

Mi pare di non averla mai capita abbastanza. Ci fermiamo solo su due piccole perle che riflettono la luce di tutte le beatitudini.
“Beati i poveri in spirito”. Noi la intendiamo spesso come “Felici quelli che sono poveri spiritualmente”. Erri De Luca traduce partendo dall’ebraico, lingua con la quale il Vangelo di Matteo sembra essere stato scritto: “Letizie per gli abbattuti di fiato”.

Questi poveri a cui Gesù annuncia felicità, sono allora quelli che sono così sfiniti che non hanno il fiato per stare in piedi. Sono a terra, abbattuti, appunto. Caduti sotto i colpi dei drammi della vita, ora sono incapaci di rialzarsi.
Le beatitudini sono un annuncio di una felicità paradossale.

Come mettiamo insieme la povertà, il pianto e la persecuzione, con la gioia? Ma M.D. Semeraro dice che chi riesce ad accettare se stesso nelle proprie fragilità e nelle ostilità ricevute, potrà essere veramente un po’ felice anche in questa vita. Sapendo che la pienezza ce l’avremo solo nell’altra vita. Chi, cioè, impara a vivere riconciliato con le proprie ferite, capace di perdonare se stesso prima ancora degli altri, poiché sa di essere infinitamente amato e perdonato da Dio, costui è “beato”.

Possiamo allora capire meglio che i poveri possono essere realmente felici, perché Dio è con loro, è il loro difensore. E noi non possiamo non metterci dalla parte dei più poveri. Che siano gli affamati dei popoli poveri, o gli immigrati che arrivano a casa nostra, o i compagni di studio o di lavoro che sono in vario modo svantaggiati, o sofferenti o fragili. Vivere le beatitudini è uno stile paradossale, sottosopra, rovesciato: nella povertà la beatitudine, nel pianto la consolazione, nella mitezza il possesso, ecc. Dio sta con chi vive dolore e frustrazione: l’esperienza della mancanza ci avvicina al Padre. E per incontrarlo dobbiamo farci compagni di strada degli uomini e delle donne che vivono qualsiasi forma di povertà.

Risana la nostra vita affinché proteggiamo il mondo
e non lo deprediamo, affinché seminiamo bellezza
e non inquinamento e distruzione.
Tocca i cuori di quanti cercano solo vantaggi a spese dei poveri
della terra.
Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa,
a contemplare con stupore, a riconoscere
che siamo profondamente uniti a tutte le creature
nel nostro cammino verso la tua luce infinita.
(Francesco, Laudato Si’).

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Mt 5, 1-12
Dal Vangelo secondo  Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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