Commento a Giudici 13-16 (GdC 13-16)

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La vita di Sansone è avvincente e avventurosa: viene descritta dall’annunciazione dell’angelo alla madre sterile sino alla sua morte. La sua forza era nella consacrazione al Signore con il voto di nazireato (che implicava la rigorosa astinenza da vino, impurità alimentari e da cadavere, taglio di capelli) da ancora prima che nascesse.

Di Sansone ci vengono descritte numerose vittorie straordinarie e tre donne: una filistea innanzitutto che piace molto a lui, ma che aiuta i filistei a risolvere l’indovinello di Sansone strappandogli la risposta; una prostituta; infine Dalila, che al quarto tentativo – dopo aver ricevuto tre bugie – riesce a farsi confessare in cosa risieda la forza di Sansone.

Così trovano il modo di tagliarli e capelli per provarlo della forza del Signore. Alla fine, in punto di morte Sansone si appella a Dio e poiché gli sono ricresciuti i capelli riesce a far crollare l’edificio con all’interno i filistei. Muore Sansone con tutti i filistei, uccisi ancor più con la sua morte che con la sua vita.

Il punto debole di Sansone sta, più che nei capelli, nel confessare ciò che non deve ai nemici di Israele, cedendo alle seduzioni delle due donne filistee. Ti è mai capitato di mettere nei guai te stesso e/o i tuoi amici per aver detto qualche parola, seppur vera, di troppo? Quale “seduzione” ti aveva spinto a farlo? Come hai risolto?

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A cura di Piotr Zygulski